Cina. “Poi una mattina apparvero delle macchie caffelatte sulla pelle…allora comprendi che è veramente tuo figlio”

d'amatoLe giornate di casa D’Amato, a Roma, cominciano con un delicato “profumo del mattino”, insieme al piccolo Luca Fang Chen di due anni e mezzo, il cui nome poetico descrive solo in parte la sua reale natura.

E’ vivacissimo, un terremoto che così si è presentato a noi anche il giorno dell’incontro a Xi’An, l’estate scorsa – raccontano per #iosonoundono Maria e Giulio D’Amato -. Era il più piccolo del gruppo, aveva 19 mesi, e ci è venuto incontro camminando sulle sue gambe. Non ha mai pianto e ha iniziato a giocare subito, con grande naturalezza si è avvicinato ed è restato con noi. Avevamo portato del latte che ha subito voluto senza alcun tentennamento”.

Dopo pochi giorni di vita di famiglia a Xi’An e a Pechino, svolta nella più inattesa naturalezza, Fang Chen non ha più voluto il biberon e ha dimostrato tanta voglia di autonomia. “Ci ha rivelato subito il suo temperamento indipendente – racconta il papà – : dopo poco tempo non ha nemmeno voluto più il lettino con le sponde ma uno normale, da bambino decisamente più grande!”.

Anche Fang Chen apparteneva alle liste dei cosiddetti bambini “speciali”  a causa di una labioschisi, ovvero l’apertura labiale ma non palatale. “Il bambino era stato operato già in Cina a pochi mesi e con successo, a quanto ci hanno confermato successivamente i medici – dicono i signori D’Amato, tornati dalla Cina a luglio 2015 – : il palato sembra essere indenne dalla patologia, dovremo solo verificare nel tempo come procede la dentizione”.

“In realtà – aggiungono mamma e papà – stiamo effettuando una serie di accertamenti per una presunta malattia genetica che non era stata accertata e i cui sintomi sono stati riscontrati al ritorno in Italia. E’ una malattia che, se confermata, si manifesta con fibromi sulla pelle e lungo i fasci nervosi. Uno dei segni caratteristici è la presenza di macchie caffelatte sulla pelle”.

Maria e Giulio hanno già portato loro figlio da un genetista e fatto analisi approfondite, per cui al momento, senza sottovalutare nulla, si sono affidati a specialisti e attendono fiduciosi gli esiti.

Nonostante tutto questo, le giornate con Fang Chen sono piene di gioia, da sempre. Tornati a Roma, dopo qualche mese di vita italiana, lo scorso dicembre il bambino è entrato all’ asilo per qualche ora, fino a pranzo.

Le maestre ci dicono che sta bene con gli altri bambini e che è sveglio per la sua età – dice Maria – : in genere preferisce giocare con i bambini più grandi, con i suoi cugini…a dire il vero con chiunque, ha portato un’allegria indescrivibile in casa!”.

Anche fuori casa, il piccolo non scherza: “E’ talmente socievole che saluta tutti e lungo la strada insiste con i suoi ‘ciao’ se per caso la gente non ricambia il saluto. Per me che sono riservata – dice la mamma – è veramente una sorpresa ogni giorno, ma Fang Chen è proprio come mio marito, di carattere aperto”.

E’ un bambino che ama la musica e gli strumenti musicali, sa giocare con tutto e, per quanto piccolo, “è capace di rispettare le regole”.

I coniugi D’Amato consigliano il viaggio che ha donato loro la famiglia. “L’adozione è un’esperienza incredibile e a chi ha ancora dei dubbi diciamo di buttarsi, di non spaventarsi alle prime eventuali difficoltà – dicono Maria e Giulio –. Pur essendo stati messi alla prova dal percorso adottivo, anche in fase di colloqui con i Servizi sociali, penso che non ci si debba fermare perché è uno scoglio, come altri se ne incontrano. La nostra vita di prima è ormai capitolo chiuso. Siamo felici e ci sentiamo più forti, insieme saremo in grado di affrontare qualsiasi problema”.