Civitanova Marche: “Mi aveva promesso aiuto per l’adozione, ma mi ha truffato per 30mila euro”

truffa“Mi diceva di essere un avvocato e che si sarebbe occupata lei di tutta la pratica”. Invece era una truffatrice che le ha spillato 30mila euro con l’illusione di un figlio. È la storia di un’aspirante mamma adottiva della provincia di Modena che ha recentemente testimoniato al Tribunale di Macerata il tentativo di truffa subito da un presunto sedicente avvocato di Civitanova Marche.

Mossa dal desiderio di adottare un bambino, la donna emiliana si è rivolta proprio al presunto legale, una 66enne che le ha assicurato di seguire personalmente tutto l’iter adottivo. “Volevo adottare un bambino – ha detto la presunta vittima della vicenda – e ho visto un sito internet chiamato studiolegalelaw.it.”. Secondo la donna, sul sito si diceva che lo studio legale in questione era specializzato in adozioni internazionali. Dopo un primo contatto, quindi, l’aspirante mamma si reca personalmente a Civitanova dove incontra il presunto avvocato che le assicura di potersi occupare della pratica. “Le ho fatto un assegno di 10mila euro – ha continuato la donna emiliana – e lei mi ha detto che mi avrebbe mandato per posta tutta la documentazione e la ricevuta. Però non mi è arrivato niente. Io mi ero fidata, mi ha truffato 30mila euro. Solo in seguito sarebbero emersi elementi più chiari sulla reale professione della presunta truffatrice. “Non era un avvocato – ha dichiarato la mancata mamma al processo –, mi hanno detto che l’unico titolo che aveva era quello di giornalista”.

La sua testimonianza è stata però contestata dal difensore della presunta truffatrice. “La mia cliente non si è mai presentata come avvocato – ha affermato –, sul sito internet diceva di essere una giornalista e si appoggiava a dei legali per occuparsi delle pratiche. La signora voleva ottenere l’adozione di un bambino, ma la verità è che non poteva perché all’epoca non era sposata. Oltre a questo, egli ha contestato anche l’ammontare della presunta truffa (i 30mila euro citati dalla donna emiliana) e ha ricordato che il sito in questione “in un primo momento era stato sequestrato, ma non essendo emerso nulla di irregolare è poi stato dissequestrato”.

Dopo il recente caso del bambino rumeno che una coppia di Messina aveva tentato di acquistare con la complicità di alcuni intermediari e della famiglia di origine del minore, ecco quindi un altro caso di bambini ridotti a merce e di speculazione sul desiderio di diventare genitori e di accogliere un minore abbandonato. Comunque si concluda questa vicenda, siamo di fronte certamente a un’altra brutta storia che infanga la realtà delle adozioni internazionali, già afflitta da una grave crisi.

 

Fonte: Cronache Maceratesi