Colombia: 45 minori al giorno lasciano la loro famiglia

Colombia 45Sembra il catalogo degli orrori e recita: insulti, aggressioni verbali, minacce, scherno, isolamento e rifiuto. Fin qui solo i maltrattamenti psicologici. Poi ci sono quelli fisici: schiaffi, pugni, calci, pizzicotti, frustate con la cinghia, bastonate. A questo si aggiunge lo stato di abbandono, quando sono disattese le più elementari necessità (cibo, condizioni igieniche adeguate, vestiti).

La mancanza d’affetto non può essere misurata solo da un indice numerico, ma i danni sono altrettanto gravi e dolorosi delle percosse. L’ICBF, l’Instituto Colombiano de Bienestar Familiar, ha codificato i principali tipi di maltrattamento che subiscono bambini e adolescenti nel Paese. Ci sono casi che cominciano prima ancora della nascita, durante la gravidanza, quando ad essere picchiata e aggredita psicologicamente è la donna incinta o quando è lei stessa a rifiutare la gravidanza.

In Colombia, ogni giorno, 45 bambini entrano nel sistema di protezione dello Stato, a causa di maltrattamenti. In 3 casi su 4 la violenza è perpetrata dai genitori del minore o da un parente. In un anno, dal gennaio 2012 al gennaio 2013, sono stati presi in carico 16457 casi, di questi il 51,5% sono bambini, il 48,5% bambine e il maggior numero proviene dalla regione di Bogotà (ben 4172 minori).

In base alla definizione del Codice dell’infanzia e dell’adolescenza del Paese (Legge 1098 del 2006), per maltrattamento infantile si intende non solo l’aggressione fisica, ma altre forme gravi di danno: punizioni corporali, umiliazione, abuso fisico o psicologico, negligenza e mancanza di cure, durante l’infanzia e l’adolescenza e persino durante la gravidanza della madre. La fascia d’età più colpita è compresa fra i 12 e i 18 anni (35%), subito seguita da quella fra i 6 e i 12 (34%). Tuttavia, le percentuali sono alte e preoccupanti anche da 0 a 6 anni: il 25% dei maltrattamenti, pari a 4114 bambini piccolissimi. Scendono invece al 6% fra i maggiori di 18 anni.

Questi dati agghiaccianti sono il risultato di uno studio, lungo e approfondito, condotto su tutto il Paese e curato dalla Dirección de Protección ICBF. Fra le cause principali dei maltrattamenti, sono state identificate, al primo posto, la personalità dei genitori e dei familiari, poco tolleranti, con un grado di autostima molto bassa, grave mancanza di autocontrollo, temperamento ansioso, ostile e tendente alla depressione. A queste si aggiungono fattori ambientali e familiari. Pesano gravemente le preoccupazioni per il lavoro (disoccupazione o basse retribuzioni), la giovane età dei genitori e spesso il consumo di droghe ed alcol. Molti adulti maltrattanti sono stati, a loro volta, bambini maltrattati e tendono a replicare con i loro figli i comportamenti subiti.

Che fare? Come interrompere il ciclo della violenza? L’ICBF ha dato quattro linee guida (mettersi nei panni del bambino; osservare con attenzione come sta fisicamente, domandandogli se ha male da qualche parte o se qualcosa non va; agire sul contesto familiare e ambientale del piccolo cercando di migliorarlo; denunciare i casi di maltrattamento). L’Instituto mette a disposizione della popolazione una linea gratuita, nazionale, a cui rivolgersi per chiedere aiuto o per segnalare soprusi e brutalità. Si può farlo anche in forma anonima (tel. 018000918080). Perché non ci si abitui alla violenza e non ci sia più nessun bambino costretto a subirla circondato dal silenzio.