Colombia, nominata la nuova direttrice dell’Autorità Centrale: saprà vincere la crisi delle adozioni?

direttrice icbfL’Autorità Centrale colombiana per le adozioni internazionali ha un nuovo direttore. Al vertice dell’Istituto Colombiano de Bienestar Familiar (Icbf) è stata nominata Cristina Plazas Michelsen, avvocato della Pontificia Universidad Javeriana, specializzata in Diritto amministrativo presso l’Universidad del Rosario.

“è una persona molto interessata allo sviluppo dell’infanzia e dell’adolescenza – ha detto il Presidente della Repubblica Juan Manuel Santos Calderon, che ha scelto lei come nuova guida dell’Icbf –: quello sulla prima infanzia è l’investimento sociale più importante e redditizio che qualsiasi Paese può effettuare”.

Nel suo ricco curriculum, la Michelsen è stata anche sindaco di Bogotà, Responsabile dell’Alto Consiglio per le pari opportunità, segretario personale dei Presidenti del Senato e della Repubblica e membro della Giunta direttiva dell’Icbf.

A inizio luglio aveva lasciato l’incarico Marco Aurelio Zuluaga Giraldo,  dopo quasi 9 mesi al vertice dell’Icbf di cui era diventato direttore il 17 ottobre 2013.

Cristina Plazas Michelsen è ora attesa dalle sfide che l’Icbf ha ancora in sospeso. Prima fra tutte la crisi delle adozioni che nel primo semestre del 2014 segnano un ulteriore calo rispetto al 2013 che già era stato un annus horribilis per l’accoglienza dei minori abbandonati colombiani. Da gennaio a giugno 2014, infatti, sono state completate solo 498 adozioni, di cui 266 nazionali e 232 internazionali. Nei primi 6 mesi dell’anno precedente erano state 577, ovvero 316 nazionali e 261 internazionali. In totale, nel 2013, sono stati 1.125 i bambini colombiani accolti da nuove famiglie: 612 da genitori connazionali e 513 da stranieri. Se la seconda parte del 2014 dovesse seguire lo stesso ritmo della prima, al termine dell’anno saranno giunte a compimento solo 996 adozioni, di cui appena 464 internazionali. La crisi riguarda in particolare le adozioni internazionali, se è vero che nel 2013 per la prima volta si è verificato il “sorpasso” a favore di quelle nazionali: una tendenza confermata anche dal primo semestre di quest’anno.

La nuova direttrice dell’Icbf è chiamata ad affrontare anche altri problemi. Tra le criticità vi è per esempio l’attuale sistema di nomina dei direttori regionali che non permette di “stabilire una linea politica istituzionale unica e coerente – come già denunciato da Zuluaga – poiché esistono fattori esterni che lo impediscono”. Altro problema, quello del personale sotto dimensionato. A fronte di 6mila dipendenti regolarmente assunti, c’è l’esigenza di ampliare la pianta organica per attuare la missione istituzionale dell’Icbf.

Ma senza dubbio la prima urgenza è quella di invertire la rotta nella crisi delle adozioni, migliorando la collaborazione con gli enti autorizzati a operare nel territorio colombiano.

 

Fonte: Icbf