“Come fa la Conferenza sull’Infanzia a parlare di bambini, se lascia a casa le famiglie?”

Infanzia_Bari 350La quarta Conferenza nazionale sull’ infanzia, si è aperta a Bari oggi, 27 marzo 2014, con non poche polemiche. Il Forum delle associazioni familiari ha distribuito ai presenti un documento nel quale evidenzia le numerose lacune della manifestazione. Innanzitutto la scarsa pubblicità data all’evento, appesantita dalla «mancanza di un’adeguata attività preparatoria sui temi cruciali per l’infanzia».

Prima di elencare una lista di priorità su questioni fondamentali legali ai diritti dell’infanzia, il Forum critica la scelta degli organizzatori di non coinvolgere e non confrontarsi con « le famiglie e con le associazioni delle famiglie, dimenticando che queste sono le principali custodi delle tematiche da affrontare nella Conferenza». Per scongiurare l’eventualità che l’appuntamento barese «si riduca ad una semplice passerella pubblicitaria per le istituzioni pubbliche e per il mondo della politica», il Forum chiude con l’auspicio che sia attuato un piano straordinario di sostegno alla natalità a livello nazionale.

Tredici i punti evidenziati. Tra questi il Forum non manca di rimarcare l’importanza dell’accoglienza familiare, declinato sia come affido sia come adozione, nella consapevolezza che la famiglia è una risorsa per la società.

Amici dei Bambini sottoscrive tutte le richieste specifiche del Forum, in particolare l’istituzione del Tribunale della famiglia e dei minori che dovrebbe sostituire l’attuale Tribunale per i minorenni, che attualmente vanta pochissime competenze dopo la cancellazione della distinzione tra figli naturali e figli legittimi.

E la necessità di rispettare la natura dell’affido, che è un progetto di sostegno temporaneo a un minore in difficoltà. Quindi è necessario individuare termini certi soprattutto per le proroghe dell’istituto, che è e deve rimanere, orientato al mantenimento dei rapporti del minore con la famiglia di origine e il ripristino delle condizioni per una positiva ricomposizione del nucleo familiare.

Il ruolo delle associazioni che operano nel campo della tutela dei minori e della famiglia è di fondamentale importanza e deve essere centrale nel processo di formulazione e realizzazione del progetto che dovrebbe essere elaborato dal Tribunale dei Minori con i Servizi Sociali e, del caso, il Consultorio, sia per il sostegno alla famiglie in difficoltà, sia nell’affido eterofamiliare e preadottivo, come peraltro è già previsto dalla legge 184/1983 (artt. 1 n. 5; 5 n. 2). Prenderebbe vita in questo modo un cambiamento culturale che mediante l’affiancamento del privato sociale appositamente accreditato porterebbe ad una nuova stagione della cultura dell’accoglienza.

Una cultura dell’accoglienza che contempli la valorizzazione dell’associazionismo familiare rispetto all’adozione nazionale per la formazione, il sostegno e l’accompagnamento delle coppie adottive sia nella fase della formazione che nella fase successiva all’affido anche preadottivo. Questo perché sono proprio le famiglie a soffrire la carenza e la precarietà di specifici servizi di accompagnamento lungo le diverse stagioni della crescita dei propri figli.

Il portato di questa mutata visione dell’accoglienza dovrà anche saper dare risposte efficaci in termini di riduzione dei costi e semplificazione delle procedure, ponendo rimedio alla frustrazione che ancora troppi coniugi incontrano, costretti a rinunciare all’accoglienza motivo dell’onerosità e della fumosità dell’iter.

Se la coppia deve essere favorita in quanto risorsa da valorizzare, la famiglia deve assumere il ruolo centrale all’interno della risposta al bisogno di accoglienza. In questo senso la casa famiglia, in contrapposizione alle comunità educative e alle comunità terapeutiche, deve diventare il contesto su cui incentrare un modello di accoglienza fondato sulla coppia coniugata, espressione imprescindibile e insostituibile di reale maternità e paternità.