Commissione Adozioni Internazionali: Ai.Bi. lancia la candidatura di Anna Maria Colella alla vicepresidenza

foto_colella3L’urgenza: la crisi delle adozioni internazionali e l’emergenza abbandono (che ha superato i 168 milioni di bambini fuori famiglia nel mondo).

L’opportunità: nonostante il 2012 sia stato l’annus horribilis per le adozioni internazionali, con un calo vertiginoso del numero di adozioni realizzate, l’Italia continua ad essere il primo Paese europeo di accoglienza di minori stranieri.

Per questo è di vitale importanza rimettere al centro l’interesse primario dei minori, valorizzare la risorsa delle famiglie disponibili all’accoglienza e garantire una continuità nei rapporti tra l’Italia e i Paesi d’origine dei bambini abbandonati.

In questo panorama, urge la nomina alla vicepresidenza della CAI di una figura di solida e comprovata esperienza e conoscenza del settore.

Lo scorso settembre i più importanti enti autorizzati alle adozioni internazionali avevano inviato un appello al Presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, e al Ministro per l’Integrazione nonché presidente CAI,  Cécile Kyenge, perché venisse rinnovato l’incarico della vice presidente, Daniela Bacchetta, in scadenza a breve, nonostante «i vigenti vincoli regolamentari non lo consentissero».

Appello rimasto inascoltato.

Scade il 5 novembre 2013 il secondo mandato di Daniela Bacchetta, che resterà comunque in carica per altri 45 giorni. C’è tempo quindi per pensare a un cambio che non danneggi il settore delle adozioni internazionali. Amici dei Bambini lancia la candidatura alla vicepresidenza di Anna Maria Colella, direttore e legale rappresentante dell’Agenzia Regionale per le adozioni internazionali – Regione Piemonte.

La sua competenza e profonda preparazione sul tema delle adozioni internazionali la rende la candidata ideale a raccogliere il testimone in questo momento difficile. Ma sono soprattutto le convinzioni di Anna Maria Colella a rendere auspicabile la sua nomina, in vista di un importante lavoro di collaborazione fra tutti i protagonisti in campo.

“Vorrei sottolineare l’importante impegno di quegli operatori pubblici, sociali e sanitari, che pur tra tante difficoltà e ritardi legislativi, hanno trovato il modo di considerare le famiglie e le associazioni delle risorse per la diffusione di uno spirito di accoglienza attento alle difficoltà dei bambini, di collaborare con la magistratura minorile, con la scuola e con tanti altri soggetti che operano a tutela dei minori. E’ necessario inoltre approfondire proposte concrete per migliorare l’attuale sistema legislativo”.

“Nel settore delle Adozioni Internazionali, occorre riaffermare la necessità che, ad operare, siano enti con strutture adeguate e con alti livelli di competenza e professionalità. E’ necessario che gli enti autorizzati realizzino progetti di cooperazione allo sviluppo che si concretizzino in azioni di larga portata, condivise e predisposte con i partner e i soggetti pubblici locali, e che non siano azioni sporadiche…”

Due punti di vista, due premesse di lavoro importanti  per dare un futuro alle adozioni internazionali.