Con migliaia di bambini che hanno bisogno di accoglienza, perché la strada dell’affido è così piena di ostacoli?

Gentile Ai.Bi.,

Siamo una coppia sposata, senza figli che ha un forte desiderio di poter aiutare un bambino bisognoso nelle sue fasi di crescita. Ci siamo rivolti circa 3 anni fa al CAM (Centro Ausiliario per i problemi Minorili) rendendoci disponibili per un affidamento temporaneo.
Abbiamo partecipato a numerosi incontri con genitori affidatari, abbiamo fatto vari colloqui e abbiamo fatto un corso di “preparazione all’affido” tramite il  CAF. Dopo aver chiamato, scritto, sollecitato la possibilità di ricevere un bimbo in affidamento, ci hanno suggerito di rivolgerci ad altri enti per avere più possibilità.

Così abbiamo fatto. Considerando che ogni incontro sono ore di permesso dal lavoro, ci siamo sentiti dire che siamo una risorsa e che siamo una bella coppia. Ma sono 3 anni che aspettiamo e nessuno ci chiama. Viene incentivato l’affido, ma quando una coppia si rivolge agli enti preposti offrendo il suo sostegno, non viene nemmeno considerata. Abbiamo risposto a vari appelli di richiesta aiuto
per vari casi, ma non ci rispondono nemmeno. Siamo noi sfortunati, o la burocrazia boicotta queste richieste a discapito di quei poveri bambini?

La nostra unica condizione era un affidamento a lungo termine per poter accompagnare un bimbo nelle importanti fasi della sua crescita. Abbiamo dato disponibilità di un bimbo da zero a sette anni, anche eventualmente, due fratelli. Chiediamo scusa per questo sfogo, ma ci rendiamo conto che bimbi bisognosi ce ne sono davvero molti, ma qualche cosa ostacola il loro desiderio di calore di una famiglia.

 

Grazie per l’attenzione

Marisa

 

riccardiGentile Marisa,

capisco la frustrazione che può nascere dal sentirsi definire risorsa e poi vedersi lasciare ai margini.

Non conoscendo i particolari della vostra esperienza, non credo sia opportuno esprimere un giudizio sull’operato delle associazioni che lei ha citato, sicuramente tra le più serie ed impegnate nella tutela dei bambini temporaneamente allontanati dalla famiglia. Le porto solo un paio di riflessioni che spero possano esserle d’aiuto per non perdere del tutto le motivazioni che vi hanno spinto all’aprirvi all’accoglienza temporanea.

Nell’affido familiare non esistono decreti di idoneità e non esistono liste d’attesa. L’unico criterio che regola il sistema dell’abbinamento bambino-famiglia è che la famiglia sia la più adatta possibile a soddisfare i bisogni di quel bambino per cui si cerca una famiglia. Tutte le famiglie disponibili sono risorse in quanto portatrici di caratteristiche uniche ed irripetibili che possono essere d’aiuto a un bambino, unico e irripetibile.

Capita che famiglie si sentano chiamare dalle associazioni o dai servizi sociali subito dopo aver dato la propria disponibilità all’accoglienza, ma capita anche che passino anni. Ciò non significa che la prima sia più “adatta” all’accoglienza familiare temporanea dell’altra, ma significa che è stata ritenuta più “adatta” per un bambino con una situazione specifica.

Il suggerimento datole dalle associazioni citate in effetti non è sbagliato: più servizi contatterete, più allargherete la possibilità di soddisfare i bisogni di un bambino.

Personalmente le consiglio di far riferimento ad una sola associazione che, come Ai.Bi., abbia rapporti di collaborazione con più comuni in modo da evitare di farvi carico di aspetti gestionali e in modo da costruire un rapporto di fiducia con una realtà che poi potrebbe accompagnarvi anche durante l’esperienza di accoglienza.

Altra riflessione che vi suggerisco di fare, ma anche questa col beneficio d’inventario dovuto alle poche righe in cui ci racconta la sua storia, è in relazione alla disponibilità per affidi lunghi. Tenga presente che l’accoglienza affidataria è sempre temporanea e più è breve più significa che è stato raggiunto il risultato sperato: il rientro del bambino nella sua famiglia. L’affido non sostituisce l’adozione, è importante che una famiglia affidataria abbia ben chiara questa differenza per poter essere di vero aiuto al bambino e per poter vivere una delle più belle esperienze da genitori, anche se per un po’.

Se sarete interessati potrete trovare le informazioni relative alla proposta di accompagnamento alle famiglie affidatarie di Ai.Bi. sul nostro sito.

Augurando a lei e a suo marito di non perdere il desiderio di mettersi a disposizione di un bambino abbandonato,

Le porgo un cordiale saluto.

 

Cristina Riccardi

Membro del consiglio direttivo di Ai.Bi. con delega all’accoglienza familiare temporanea