Concord Italia: per il futuro del Mediterraneo, non c’è integrazione senza cooperazione

cooperazione-internazionale200Parlare di Mediterraneo all’inizio del Semestre italiano di Presidenza dell’Unione Europea. Non una semplice coincidenza, ma il punto di partenza di una nuova alleanza internazionale che si faccia carico della questione immigrazione. È quanto si augurano i rappresentanti delle istituzioni e degli enti intervenuti a Firenze, in occasione del convegno organizzato da Concord Italia, il network di organizzazioni non governative – tra cui Amici dei Bambini – impegnate sul fronte dello sviluppo e dell’emergenza, in collaborazione con Expo dei Popoli.

A fare gli onori di casa il Presidente della Ragione Toscana Enrico Rossi che ha introdotto la tavola rotonda intitolata significativamente “For a new narrative on Mediterranean future: a perspective from Southern Europe on the Euro.Med area”. Un’area da non guardare solo con austerità, come ha proposto il direttore di Concord Europa Seamus Jeffreson, ma soprattutto con positività. “La questione dell’immigrazione riguarda tutta l’Europa da nord a sud – ha detto Jeffreson – che dovrebbe esprimersi con una sola voce, costruendo un’alleanza che consenta la riunione di tante realtà che insieme possano contribuire al cambiamento”.

Questo nuovo percorso non può prescindere da una riorganizzazione della cooperazione internazionale, con l’ingresso del settore privato: un modo questo – secondo la rappresentante del piattaforma spagnola Coordindora, Maite Serrano – per fare fronte almeno in parte allo smantellamento dei servizi socio assistenziali causati dalla crisi economica.

La revisione della legge sulla cooperazione è un tema ripreso anche dalla deputata Lia Quartapelle, coordinatrice dell’intergruppo parlamentare sulla cooperazione, che ha invocato coerenza nelle politiche relative allo sviluppo e alla migrazione.

Su quest’ultimo argomento è tornata Virginia Mura, Assessore alla Cooperazione e alla migrazione della Regione Sardegna. “Noi italiani dimentichiamo che siamo stati 27 milioni di migranti– ha ammonito –: non eravamo diversi da coloro che oggi arrivano sulle nostre coste. Sul diverso esistono tanti luoghi comuni che derivano non solo dalla stampa ma anche da una certa incompetenza istituzionale”.

Nel passato più recente, però, dei piccoli cambiamenti positivi ci sono stati. Lo ha evidenziato il deputato Khalid Chaouki, ricordando l’impegno delle associazioni e degli enti locali, soprattutto dopo la tragedia del 3 ottobre con più di 350 morti al largo di Lampedusa. “Spesso a livello europeo – ha denunciato Chaouki – si ragiona ancora esclusivamente in termini di rapporti tra i governi, ma esiste anche il dialogo tra gli enti locali e le ong, capaci di dare un valore aggiunto al dialogo e di aiutare le istituzioni a uscire da logiche strettamente economiche, che non considerano le opportunità delle relazioni. In questo senso il settore privato diventa determinante. Un’idea interessante a tal proposito è arrivata dal Ministro dello Sviluppo tedesco Gerd Muller che ha proposto la creazione di un fondo unico di emergenza per i rifugiati di un miliardo di euro in cui far confluire diverse linee finanziarie sotto un unico commissario.

Il futuro è basato sulla visione dei confini dell’Europa come confini di libertà. “La questione euro mediterranea – conclude Francesco Petrelli, portavoce di Concord Italia – sia il leit motif dei prossimi mesi. Si parta da questo semestre per un lavoro di medio lungo periodo, per re-immaginare le strategie e il modo di pensare il mondo”. A partire da 3 pilastri, evidenziati dallo stesso Petrelli: politiche migratorie, mercato del lavoro, politiche di integrazione e di cooperazione.

Il convegno del 15 luglio è stato preceduto da un’altra giornata di lavori, che ha visto impegnati gli attori istituzionali nazionali e internazionali, le imprese e la società civile. Al centro del dibattito il tema del diritto al cibo, le alternative per costruire modelli agricoli sostenibili che facciano fronte allo spreco di cibo e alla sottonutrizione, e la sicurezza alimentare in vista di Expo 2015.