Congo: “Ho dimenticato le chiavi, vado a prenderle e torno subito” … e Moise sta ancora aspettando il suo papà …

congo preteHo dimenticato le chiavi, aspettami qui, vado a prenderle e torno subito”.

Il piccolo Moise è rimasto per strada ore, aspettando il suo papà. Ma non l’ha più rivisto … E lo sta ancora aspettando …

Da quel momento è rimasto solo al mondo, perché non si sa dove sia sua madre. Lo scorso 16 luglio del 2012 è entrato nel centro dove Ai.Bi. lavora per aiutare tanti piccoli abbandonati come lui, e dove perlomeno ha ritrovato un ambiente accogliente, e delle persone che si prendano cura di lui.

Moise era stato affidato al padre dopo che quest’ultimo si era separato dalla madre.

Era nato da un’unione libera, e aveva vissuto con i suoi genitori i primi anni della sua tenera infanzia. Era sempre stato un bambino molto timido e dolcissimo, che amava giocare a calcio come tutti i suoi coetanei.

Oggi Moise ha 6 anni, ricorda molto bene la sua vita prima dell’abbandono e ne racconta spesso gli episodi più salienti. Non vuole dimenticarsi dei suoi genitori, che in cuor suo sta ancora aspettando.

Come molti bambini della sua età, lui ha dei sogni nel cassetto. Due in particolare: il primo è quello di ritrovare sua mamma, anche se pur proseguendo nella ricerca, gli operatori del centro e le psicologhe non hanno trovato alcuna traccia della donna.

Il secondo grande sogno è quello di diventare prete. Vuole dedicare la sua vita a Dio, alla spiritualità, all’introspezione. È un percorso lungo e complesso. Un’ascesa che lo porterà ad essere più vicino al Padre, forse proprio perché il padre lo ha abbandonato. Per colmare, forse, un vuoto, e riempirlo di fede e amore per il prossimo.

Ma il bimbo è troppo piccolo per fare queste riflessioni, e dovrà prima prendere consapevolezza di ciò che vorrà dire diventare un sacerdote e soprattutto capirne le ragioni più profonde. Moise, però, dovrà affrontare una grande difficoltà: superare la sua timidezza, che gli impedisce di parlare in pubblico e che lo limita nelle relazioni sociali da troppo tempo.

Per ora, nel centro, gli operatori lo coinvolgono nelle attività e nei giochi di gruppo, proprio per aiutarlo a diventare più estroverso, socievole e sicuro di sé. Prende soprattutto parte ai “gruppi di mutuo aiuto”, in cui gli assistenti sociali raggruppano i piccoli per fare attività ludiche, per farli disegnare, per insegnare loro delle poesie e, infine, per parlare , sempre con molto tatto , di tematiche delicate che riguardano i minori in Congo. Uno dei temi più sofferti, riguarda la questione dei bambini abbandonati dalla propria famiglia perché tacciati di stregoneria, ovvero accusati di esercitare poteri occulti e portare il malocchio in casa (e si contano migliaia di casi nel paese).