Congo: l’assurda storia di Rachel, abbandonata mentre giocava con altri bambini

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C’è un fiume, in Africa, che divide non solo due Stati, ma anche due città e può arrivare a dividere una bambina dalla sua mamma, segnando il confine tra l’affetto di una famiglia e l’abbandono più totale. È il fiume Congo, che separa i due Paesi africani che portano il suo stesso nome e le relative capitali: a nord del corso d’acqua sorge la principale città dello Stato omonimo, Brazzaville, mentre a sud si trova Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. La storia di Rachel, una bambina di 8 anni, e del suo abbandono si svolge tutta a cavallo del grande fiume che attraversa l’Africa centro-occidentale.

Lei e sua madre, originarie della Repubblica Democratica, qualche mese fa hanno deciso di lasciare il proprio Paese e di rifugiarsi a Brazzaville. Qui, però, migliaia di persone provenienti dall’altra sponda del fiume sono state espulse e rimpatriate o costrette a scappare. Tra queste, un giorno, è toccato anche alla mamma di Rachel che pare sia sfuggita a una delle tante incursioni da parte dei militari in cerca di congolesi di Kinshasa da espellere. Tutto questo, mentre Rachel stava giocando con altri bambini e nulla poteva sospettare di quanto stesse accadendo in quei momenti alla sua mamma. Tornata a casa, Rachel non trovò più sua madre. La bambina era disperata, in panico per essere rimasta sola in un posto per lei ancora sconosciuto. Cominciò a vagare per le strade della città alla vana ricerca della mamma. Un uomo, vedendola, le si avvicinò, si fece raccontare dalla piccola che cosa le fosse successo e decise di riportarla nella Repubblica Democratica, affidandola al Comune di Kinshasa. In cuor suo, questo signore era sicuro che prima o poi, la mamma di Rachel si sarebbe rifatta viva.

Purtroppo, però, questo non è mai accaduto. I servizi sociali della capitale congolese, nel frattempo, hanno deciso di portare la piccola al centro Colk sostenuto da Amici dei Bambini.

Ora la bambina sta fisicamente bene e, nonostante stia lentamente riprendendo coraggio, resta ancora impaurita e traumatizzata da quanto le è accaduto. Chiede spesso di aiutarla a ritrovare la mamma, di cui si conosce solo il nome, Jeanne.

 

Rachel ha vissuto l’abbandono nel modo forse più drammatico e per continuare a sperare nella vita ha bisogno dell’aiuto di tutti noi, anche di chi, con un Sostegno a Distanza, può aiutarla da lontano. Come lei, migliaia di altri bambini congolesi hanno perso la possibilità di sentirsi figli, a causa delle guerre e della miseria. Possiamo aiutarli, attivando un Sostegno a Distanza per i progetti di Ai.Bi. nella Repubblica Democratica del Congo.