Afghanistan. Ritrovato il bambino consegnato ai soldati USA a Kabul – AGGIORNAMENTO

I genitori lo passarono ai soldati USA sopra il filo spinato dell’aeroporto di Kabul. Dopo, raggiunto il Texas, ne hanno perso le tracce. Ora il bambino è stato ritrovato e presto potrebbe riunirsi alla famiglia

Un paio di mesi fa è stata una delle immagini simbolo del ritorno dei talebani a Kabul e del ritiro delle truppe americane dalla regione: un bambino, passato dai genitori ai soldati USA al di là del filo spinato. Una decisione disperata, presa in un momento in cui qualsiasi altra decisione pareva condurre verso un destino peggiore.

Il bambino passato dai soldati USA opra il filo spinato di Kabul

A distanza di qualche settimana, come raccontava la Reuters, ripresa da diversi giornali tra cui il Corriere della Sera, i genitori di quel bambino non sapevano che fine avesse fatto loro figlio e cercavano disperatamente delle informazioni.
La mamma e il papà del bimbo erano all’aeroporto di Kaul, in quel torrido giorno di agosto, e affidarono il loro piccolo ai soldati per sottrarlo alla calca e nella convinzione di poterlo raggiungere, in qualche modo, al di là della recinzione.
Solo che l’intervento di respingimento dei talebani rallentò le operazioni e, quando i due riuscirono ad accedere all’aeroporto, di loro figlio non c’era più traccia.
“Ho cercato ovunque per tre giorni, ma non c’era nemmeno nell’area riservata ai bambini. – sono le parole del papà riportate dal Corriere. Ho chiesto a più di venti persone, ma non parlo inglese e quindi non sono riuscito a sapere nemmeno chi fosse il comandante”.

Forse ora, in Texas, c’è la possibilità di una nuova vita. Ma c’è un figlio da ritrovare

Qualche giorno dopo, i genitori, insieme ai loro altri figli di 17, 9, 6 e 3 anni sono riusciti a imbarcarsi su un volo per Doha, da lì, essere traferiti in Germania e, infine, raggiungere il Texas insieme ad altri rifugiati. Più di quanto siano riuscite a fare diverse altre famiglie, rimaste intrappolate in una Kabul sempre più chiusa. Ma all’appello manca il figlio più piccolo e nonostante le rassicurazioni di operatori umanitari e funzionari che hanno detto faranno di tutto per ritrovarlo, nessuno ancora è riuscito ad avere notizie del piccolo.
Quelle immagini di Kabul ormai sembrano lontane, quasi perse nei ricordi di un mondo di cui tutti sembrano essersi dimenticati. Ma le cui conseguenze, tanti, le stanno vivendo giorno dopo giorno sulla loro pelle, senza poter smettere di pensarci. Almeno fino a quando non abbracceranno di nuovo il loro bambino.

Il bambino è a Kabul, sta bene e ora è pronto a riunirsi alla famiglia – AGGIORNAMENTO

Dopo tanta attesa, però, qualcosa potrebbe finalmente essere cambiato: il Times ha pubblicato la notizia, che deve ancora trovare conferma, che il piccolo Sohail Ahmadi è vivo, sta bene e sarebbe al sicuro nella casa di un tassista di Kabul, che si è preso cura di lui per tutto questo tempo.
Il bambino, che ora ha sei mesi, sarebbe anche scampato a un tentativo di sequestro, cosa purtroppo non così insolita in un Paese in cui, nonostante se ne parli poco, la situazione è sempre caotica e per molti versi disperata. Ora, però, una buona notizia potrebbe finalmente essere all’orizzonte, e una famiglia, per Natale, si prepara a festeggiare finalmente unita