Contagi. Il rebus scuola: quanto ha inciso la riapertura? In realtà nessuno lo sa…

I dati forniti dal Ministero dell’Istruzione sarebbero il risultato di comunicazioni inviate dai singoli dirigenti

Qual è il peso della scuola sulla crescita dei contagi? In realtà l’incidenza reale è una sorta di rebus. Il Ministero dell’Istruzione non è ancora riuscito a fornire dei dati esaustivi e, finora, le cifre, sebbene presentate come positive, sono state piuttosto spannometriche. Tanto che, secondo il giornale Domani, neppure il ministro, Lucia Azzolina, sarebbe a conoscenza dei dati reali. “Il ministero – spiega Domani ha fatto sapere a Domani che i numeri che la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha diffuso nelle ultime settimane come se fossero il frutto di un monitoraggio sistematico sono in realtà il risultato di comunicazioni inviate dai singoli dirigenti scolastici elaborati in maniera statistica. Si tratta, in altre parole, di semplici questionari”.

Ad oggi, insomma, è davvero difficile capire se la riapertura dei plessi scolastici, avvenuta ormai oltre un mese fa, abbia avuto delle ricadute sulla recrudescenza dell’epidemia. Il ministro Azzolina, in realtà, ha detto il contrario. Ma, “il tasso di positività dell’intera popolazione italiana – spiega ancora Domaniera al 10 ottobre pari allo 0,05 per cento (più di 30mila contagi ufficiali nel periodo considerato su 60 milioni di abitanti). Il tasso dì positività dell’intera popolazione italiana era quindi all’epoca seguendo la stessa metodologia usata della ministra addirittura più basso di quello fra gli studenti. Lo stesso ragionamento si può fare per quanto riguarda il personale non docente e insegnanti. Il secondo grosso problema è che i dati comunicati dal ministero non contengono alcuna indicazione territoriale”.

Contagi e scuola: perché è difficile risalire a dati precisi?

Ma perché è così difficile risalire a dei dati specifici? Lo spiega, in un ulteriore articolo di analisi, il quotidiano Il Foglio: “Come delimitiamo la comunità da considerare per l’analisi che riguarda la scuola, da paragonare all’intera società? Includiamo solo gli studenti ed il personale scolastico? O anche le loro famiglie? O anche il personale degli scuolabus? Come possiamo sapere se un contagio e il successivo cluster di propagazione si sono verificati in una classe scolastica e non, per esempio, al compleanno di uno degli alunni? A questi problemi di principio, bisogna aggiungere anche il fatto che le regioni sono tra loro molto disomogenee nel tracciamento dei casi all’interno delle aule scolastiche: alcune prescrivono il test per tutti i compagni di classe di un caso infetto, altre invece lasciano la decisione alla valutazione di addetti appositi, altre ancora ordinano la quarantena immediata di una classe e, infine, altre ancora no…”.