Contro la variante Delta, l’unica soluzione è il vaccino. Ecco tutto ciò che occorre sapere

Ilaria Capua: “La variante Delta si sta rivelando essere davvero un grattacapo non da poco. Però c’è anche una buona notizia e cioè che i vaccinati quasi certamente non finiranno in ospedale”.

 La variante Delta del coronavirus, apparsa in India sul finire del 2020 e diventata predominante in gran parte del mondo, continua a destare preoccupazione.

È evidente – afferma Ilaria Capua, direttrice del One Health Center of Excellence dell’università della Florida in un articolo scritto per il Corriere della Sera– che il muro di anticorpi indotti dai vaccini oggi in commercio era stato costruito per proteggerci da un virus che non è più lui. I virus maturano, evolvono, si trasformano, un po’come noi. Quindi tutto questo ci stava, ed un po’ lo avevamo visto con le varianti segnalate in precedenza, però la variante Delta si sta rivelando essere davvero un grattacapo non da poco”.

A preoccupare la Capua sono in particolare le notizie che arrivano dalla Florida dove le infezioni dovute al virus stanno subendo un’impennata, tanto che si vocifera sempre più spesso di “rotture” nelle maglie del vaccino, che non riesce sempre a fare il suo lavoro e ad “ingabbiare il virus”.

Una persona vaccinata – spiega la dottoressa Capua – che oggi incontrasse la variante Delta potrebbe sviluppare sintomi simil influenzali (quasi sempre non gravi), cosa che avveniva rarissimamente fino a qualche mese fa. Però c’è anche una buona notizia e cioè che i vaccinati quasi certamente non finiranno in ospedale”.

L’altro problema che la variante Delta porta con sé è l’elevato grado di trasmissibilità. Quindi anche alcuni vaccinati infettati dalla variante Delta potrebbero “amplificare il contagio” alla stessa stregua quindi, di chi dal vaccino non sia ancora coperto.

D’accordo anche Anthony Fauci, consulente medico della Casa Bianca: “Si può presumere che le persone vaccinate possano trasmettere il virus come le persone non vaccinate. È un evento molto insolito e raro, ma si verifica.

La durata del periodo di contagiosità è ridotta dal vaccino anti-Covid nei soggetti vaccinati che dovessero ricontagiarsi con il virus SarsCoV2 e le sue varianti, ma la capacità di contagiare è uguale fra il soggetto vaccinato e il non vaccinato – sottolinea Massimo Andreoni, direttore di Infettivologia del Policlinico Tor Vergata di Roma, come riportato dall’Ansa–  La percezione che si ha è che tuttavia i soggetti vaccinati abbiano una negativizzazione più rapida rispetto ai non vaccinati e questo potrebbe indicare che il periodo di contagiosità sia inferiore”.

 Quindi cosa fare?

Coscienza, responsabilità, autoisolamento in presenza di sintomi ma soprattutto, ancora di più, in questo momento è fondamentale vaccinarsi.

“Insomma, se si è vaccinati – chiarisce la Capua- il rischio di rimetterci la pelle o accorciare la propria vita di qualche anno è veramente bassissimo. Per i non vaccinati, visto come si comporta la variante Delta che ha messo l’elica del turbo, invece no e sarà ben diverso”.