Coppie non idonee: i motivi più diffusi che tengono lontani i bambini dalle nuove famiglie

orfani3Un figlio è un dono, è  sempre qualcosa di più grande di noi perché è uno degli emblemi del mistero della vita, sia esso naturale o adottato: non lo si può avere per forza. Ciò non toglie il fatto che alcuni di noi sentano comunque il dovere di continuare a lottare per gli orfani che sono circa 168 milioni nel mondo. Sicuramente molte famiglie sarebbero felici di adottare questi piccoli, se l’iter delle adozioni non fosse così difficile e laborioso (ai limiti dell’ “ostruzionismo” ). Delle tante coppie che ogni anno si rendono disponibili alle adozioni (nazionali e internazionali), presso i Tribunali dei Minori sparsi per il territorio italiano, non tutte, poi, riescono a vedere esaudito il loro desiderio di diventare genitori. Perché? Questo accade per tante ragioni, e frequentemente perché i “potenziali” genitori i funzionari nominati dal Giudice minorile per valutare l’idoneità dei coniugi all’adozione, non li ritengono adatti a questo importante e delicato compito. Quando siano terzi a stabilire, secondo parametri di legge e semplici valutazioni di buon senso, se due persone siano in grado di accogliere, accudire ed educare un figlio non loro, o meno, le cose diventano molto più complicate nell’ottica di difendere il diritto di un minore abbandonato o senza famiglia, ad averne una . Quello a cui vengono sottoposti i “candidati” genitori è un lungo esame, a vari step: un vaglio molto severo. I requisiti per l’adozione sono molto precisi, tra questi l’età massima (non devono esserci più di 45 anni di differenza di età tra genitori e figli), le condizioni economiche e di salute, il contesto familiare “sano” moralmente, la coesione della coppia etc.  Entrando nel merito questi sono i 10 più comuni motivi di rifiuto all’adozione da parte dei Tribunali dei Minori in Italia (a cui le coppie hanno il diritto di fare ricorso): problemi di salute gravi di uno o di entrambi i coniugi; condizioni economiche precarie; ambiente moralmente degradato e precedenti penali (anche a carico della famiglia di origine di uno dei due coniugi); volontà espressa chiaramente (o emersa in modo spontaneo attraverso i colloqui), di uno o di entrambi gli aspirati genitori a volere bambini con specifiche caratteristiche (fisiche o di altro tipo). Forme di discriminazione, razzismo; divergenze tra i coniugi a proposito dell’educazione da impartire al minore; litigi e separazione della coppia nei 3 anni precedenti alla richiesta di adozione; disturbi di tipo psicologico di uno o di entrambi i genitori (turbe psichiche, depressione eccetera); uno dei due coniugi non totalmente convinto della scelta di adottare; atteggiamento troppo inflessibile, rigido, non accogliente ed eccessiva idealizzazione del bambino da adottare e aspettative irrealistiche sull’esperienza dell’adozione.

 

Fonte: (Bebè blog)