Coronavirus. Focolai in famiglia e quarantena. Bonetti: “Subito test rapidi e permessi per i genitori”

Ecco come aiutare le famiglie i cui figli, in queste prime settimane di riapertura delle scuole, sono già stati messi in quarantena

Per i focolai in famiglia di Coronavirus e i bimbi in quarantena servono “subito test rapidi e permessi per i genitori”. Lo sostiene il ministro della Famiglia, Elena Bonetti, in un’intervista con il quotidiano Il Messaggero. Per il ministro tali misure sono indispensabili “per mantenere il vantaggio che abbiamo rispetto allo sviluppo della pandemia in altri Paesi europei perché l’obiettivo di tutti deve essere quello di evitare un nuovo lockdown. Le nostre misure pro-famiglia si dispiegano in questo contesto perché la riapertura della socialità è fondamentale per tutti a partire dai figli“.

Coronavirus e focolai in famiglia. “Scelta di riaprire le scuole era doverosa”

E “per quanto delicata sia la situazione italiana – ha voluto affermare il ministro Bonetti ancora a proposito del Coronavirus e dei focolai in famiglia – la scelta di riaprire le scuole era doverosa ed è questa, se vogliamo definirla così, la principale mossa pro-famiglie. Così come a protezione della famiglia va il sistema di tracciamento come la app Immuni e tutte le misure di prevenzione e protezione che stiamo adottando“. Ma come si possono aiutare le famiglie i cui figli, in queste prime settimane di riapertura delle scuole, sono già stati messi in quarantena? “Innanzitutto – illustra il ministro – è stato fondamentale reintrodurre per i genitori misure di tutela del lavoro che avevamo adottato durante il lockdown. I genitori di studenti obbligati alla quarantena possono lavorare in smartworking e hanno diritto ad un congedo pagato al 50% della propria retribuzione giornaliera. Queste misure riguardano anche i lavoratori autonomi con partita Iva iscritti all’Inps. E questo è importante”.

Aiuti che, secondo il ministro, non sono comunque sufficienti. Ecco perché si sta pensando ad altro. “Stiamo lavorando su più livelli – spiega – Una strada è quella di potenziare il finanziamento di iniziative dei Comuni con il terzo settore per venire incontro alle esigenze delle famiglie, in particolare quelle che mostrano situazioni di povertà educativa per cui a breve uscirà un nuovo bando di 15 milioni. Il parlamento sta esaminando il decreto Agosto e spero approvi un emendamento di Italia Viva che permette ai Comuni di proseguire le attività educative iniziate questa estate con il finanziamento straordinario di 135 milioni. Ma non possiamo pensare che il tema si fermi qui. Sul piano del contrasto alla pandemia un grosso aiuto arriverebbe alle famiglie dalla diffusione dei test rapidi che devono essere usati su scala nazionale. E’ ovvio che di fronte a un bambino raffreddato sapere in poco tempo se si tratta di influenza o meno è decisivo. Così come un grosso passo avanti arriverà dalla distribuzione capillare dei vaccini anti-influenzali alla quale il governo e le Regioni stanno provvedendo”.

Coronavirus e focolai in famiglia: il tema degli spazi

Un altro tema è quello degli spazi. “Non siamo più in lockdown. Direi che oggi il tema è (…) aumentare in Italia spazi adeguati per i figli. E il primo nodo che dobbiamo sciogliere è quello degli asili nido. Nella Finanziaria dello scorso anno abbiamo già stanziato 2,5 miliardi per nuovi asili nido che sono troppo pochi soprattutto al Sud. Riprenderemo questo dossier nell’ambito del Recovery Fund europeo. Il punto vero è quello di far decollare tutte le misure del Family Act. La legge delega che chiamiamo Family Act dovrebbe iniziare ad essere operativa dal 2021 e tra l’altro prevede una rivoluzione fiscale per chi ha figli: un assegno unico e universale che assorbirà tutti i sussidi attuali. Proprio nel quadro del Family Act punteremo a favorire la costruzione di spazi integrati nei quali le madri potranno fare smart working o altre attività mentre i figli potrebbero seguire attività educative. L’idea è quella di incentivare i Comuni a progettare aree adeguate alle nuove esigenze familiari. L’obiettivo è passare dallo smartworking allo smartliving”.