Coronavirus in Africa. Un’epidemia silenziosa che deve preoccupare l’Italia

Ecco perché la prevenzione è importante. Anche tu puoi fare la tua parte. #Continuiamodaibambini

Secondo l’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, il Coronavirus in Africa sta accelerando, con ormai mezzo milione di casi noti. Si è spesso parlato di una minore aggressività del Covid-19 nel continente africano ma, in realtà, secondo l’OMS, il vero allarme potrebbe essere la cosiddetta epidemia silenziosa. In Africa infatti vi è una scarsa chiarezza sui dati sanitari, uno scarso rilievo del numero dei tamponi eseguiti. Tutti fattori che potrebbero stare a significare come le reali proporzioni del dramma siano state largamente sottostimate.

Inoltre, se per l’appunto in termini di numeri, l’Africa rappresenta attualmente solo una parte minoritaria dei contagi a livello globale, la rapida accelerazione del numero di contagiati in Paesi come Egitto o Sudafrica non può che destare allarme. “Stando a quanto riportato da Reuters – riporta il web magazine Money.itoperatori sanitari attivi nel continente hanno messo in guardia su numeri inesatti e dati mancanti, per esempio, sui tamponi. E le cifre in possesso sono anch’esse preoccupanti. L’Unione Africana ha stimato che al 7 luglio sono stati effettuati 4.200 test per milione di persone nel continente, un rapporto davvero molto basso in confronto all’Asia (7.650) e all’Europa (74.255)”.

Coronavirus in Africa. I dati parziali sull’epidemia in molti Paesi

Alcuni esempi? In Tanzania “i dati nazionali sui contagi non vengono più pubblicati dall’8 maggio, quando si segnalavano oltre 500 positivi. Il presidente ha respinto kit di aiuti sanitari, definendoli difettosi, e chiuso la comunicazione con le task force OMS. Stesso atteggiamento della Guinea Equatoriale, che dal mese di maggio non rende più noti i numeri dei positivi agli esperti OMS, accusati di aver mistificato i dati sul coronavirus nel Paese. In questo modo, medici e scienziati dell’organizzazione non possono intervenire con piani di aiuto mirati. Molto difficile, inoltre, è reperire bilanci sull’andamento epidemiologico in Stati in bilico a livello politico, come Burkina Faso, del Niger e del Mali. Qui il controllo di ampie zone da parte di gruppi militari islamisti rende impossibile sapere cosa realmente sta succedendo”.

Dato l’elevato numero di migranti pronti a sbarcare in Europa e in Italia, tale situazione non può che essere fonte di estrema preoccupazione per la possibilità di una seconda ondata del virus anche nel nostro Paese. In questa situazione è necessario intensificare gli aiuti verso il continente africano, affinché la prevenzione non venga meno anche nei contesti di maggiore fragilità sociale.

Proprio a tal fine Ai.Bi. – Amici dei Bambini opera in Kenya, Ghana, Marocco e Congo a fianco dei bambini ospiti degli istituti per l’infanzia. Anche tu puoi fare la tua parte, con una donazione alla campagna “#Continuiamodaibambini“.

Non voltarti dall’altra parte. Dona subito: http://www.aibi.it/ita/continuiamo-dai-bambini