Coronavirus. Vaccini: tutto ciò che c’è da sapere sulla terza dose. Da metà ottobre anche per gli over 65 – Aggiornamento

Ipotesi CTS: priorità di somministrazione della dose addizionale ai soggetti trapiantati e immunocompromessi, ma da metà ottobre via libera anche per over 65 e personale sanitario

Lunedì 20 settembre ha preso il via in tutta Italia la somministrazione della terza dose di vaccino anti Covid. A oggi – secondo i dati riportati da Il Sole 24 Ore – ne sono state somministrate 26.906, ovvero il 2,89% della platea vaccinabile, nonché lo 0,05% della popolazione.

Il Ministero della Salute, a seguito del parere favorevole del Comitato Tecnico Scientifico e tenuto conto anche del parere dell’AIFA, aveva infatti, con una circolare del 14 settembre, affermato la possibilità di “considerare” la somministrazione di dosi addizionali (come parte di un ciclo vaccinale primario) e di dosi booster (come richiamo dopo un ciclo vaccinale primario), per talune categorie di popolazione. Tali somministrazioni aggiuntive vedranno l’utilizzo dei vaccini Pfizer e Moderna.

Da metà ottobre terza dose anche per over 65 e personale sanitario – Aggiornamento

Nelle ultime ore, però, il nuovo dossier sul tavolo del CTS prevede una possibile accelerazione del piano vaccinale riguardante la terza dose, che da metà ottobre non verrebbe più riservata solo agli over 80, ma anche agli over 65 (oppure over 70) e agli operatori sanitari, i primi ad avere ricevuto il vaccino a partire già dallo scorso gennaio. Unico vincolo: devono essere passati almeno 6 mesi dall’inoculazione della seconda dose.
La decisione segue lo studio dei nuovi dati che evidenziano come con il passare de mesi cali lo scudo vaccinale nei confronti dell’infezione, e quindi del contagio, mentre rimanga alta la protezione verso i ricoveri e le forme gravi della malattia. Non a caso Paesi come gli Stati Uniti hanno già autorizzato la somministrazione della cosiddetta dose “booster” non solo ai più fragili ma anche ai maggiori di 65 anni. Da parte dell’Ema una presa di posizione ufficiale ancora non è arrivata, ma l’Agenzia per il Farmaco Europea ha dichiarato proprio l’altro giorno che a inizio ottobre si pronuncerà relativamente a terza dose e vaccino per gli under 12.
Da sottolineare che al momento si tratta ancora di un’ipotesi, ma, in attesa di una circolare ufficiale, la direzione verso un ampliamento della platea dei soggetti cui somministrare la terza dose va sempre più delineandosi.

Tra le questioni di cui il Comitato Tecnico Scientifico si sta occupando c’è anche un possibile cambio di strategia sulle quarantene in caso di positività a scuola: l’idea sarebbe quella di limitare l’obbligo di quarantena ai banchi adiacenti a quello dello studente positivo, lasciando gli altri liberi di continuare a frequentare in presenza. La cosa varrebbe solo per le classi con alunni maggiori di 12 anni e, quindi, con una più ampia percentuale di soggetti vaccinati. In questo caso, però, si tratta ancora di una ipotesi da verificare in via sperimentale prima di pensare di proporla in maniera generalizzata. Staremo a vedere.

Dose addizionale e Dose booster? Quali sono le differenze?

Per dose addizionale, spiega la circolare, si intende l’inoculazione di una dose aggiuntiva di vaccino a completamento del ciclo vaccinale primario, somministrata al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria”, da somministrare dopo almeno 28 giorni dall’ultima inoculazione.

In base alle indicazioni del CTS, spiega il Ministero della Salute, al momento la priorità di somministrazione della dose addizionale sarà riservata ai soggetti trapiantati e immunocompromessi. Sono 10, nello specifico le categorie ammesse a ricevere la terza dose di vaccino:

trapianto di organo solido in terapia immunosoppressiva; trapianto di cellule staminali ematopoietiche; attesa di trapianto d’organo; terapie a base di cellule T esprimenti un Recettore Chimerico Antigenico; patologia oncologica o onco-ematologica in trattamento con farmaci immunosoppressivi, mielosoppressivi o a meno di 6 mesi dalla sospensione delle cure; immunodeficienze primitive; immunodeficienze secondarie a trattamento farmacologico; dialisi e insufficienza renale cronica grave; pregressa splenectomia; sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS).

La terza dose addizionale sarà inoculata attraverso Pfizer nei soggetti dai 12 ai 18 anni e con Moderna dalla maggiore età in poi.

 Con il termine dose “booster”, invece, si intende “una dose di richiamo dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, a distanza di un determinato intervallo temporale (almeno 6 mesi dall’ultima dose somministrata) al fine di mantenere nel tempo o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità che si associano allo sviluppo di malattia grave, o addirittura fatale, o per esposizione professionale come accade per i sanitari.

 La strategia di somministrazione della dose booster, si legge nella circolare “in favore di ulteriori gruppi target, a cominciare da quelli sopra menzionati” sarà stabilita tenendo conto delle “evidenze scientifiche e dell’evoluzione dello scenario epidemiologico”.

 Terza dose: cosa succede in Israele e negli Stati Uniti

Mentre l’Italia si prepara alle prime inoculazioni aggiuntive, il dibattito sulla necessità di somministrare la terza dose di vaccino tiene banco in molti Paesi del mondo.

In base ad uno studio condotto in Israele, sembrerebbe ad esempio, che il terzo richiamo vaccinale aiuti a prevenire il covid e la sua trasmissione. A renderlo noto è l’Huffington Post che spiega: “Le analisi dei risultati di oltre 182mila tamponi eseguiti su persone over 40 hanno dimostrato che la terza dose di vaccino può dimezzare la possibilità di contagiarsi a partire dalla prima settimana dopo l’iniezione. In particolare, tra 7 e 13 giorni dopo il richiamo la possibilità di una persona di risultare positiva è diminuita del 48%, da 14 a 21 giorni del 70%”. Ma attenzione, perché come sottolinea uno degli autori della ricerca: “La protezione a breve termine è solo una parte del puzzle e il lavoro ha numeri limitati”.

 Negli Stati Uniti invece, l’FDA, con voto schiacciante 16 contrari e 2 favorevoli, ha bocciato l’idea di somministrare una terza dose di vaccino anti covid a tutta la popolazione americana superiore ai 16 anni di età. A riportare la notizia è Adnkronos che spiega come a fronte di un no generalizzato alla terza dose per tutti, l’FDA abbia invece dato il proprio assenso all’inoculazione della dose ulteriore di vaccino per gli over 65 e per i soggetti ritenuti ad alto rischio.