Cristina e Tommaso: “Noi due facciamo solo quello che sappiamo fare, i genitori”

affidoQuando ha letto la sentenza del giudice chiamato a decidere su una controversia tra lei e l’Inps, la frustrazione del giorno passato in Tribunale è tornata a galla. Cristina Sacchi è, dal 2011, la mamma affidataria della casa famiglia “La tenda di Giobbe” di Amici dei Bambini alla quale prima l’Istituto di previdenza e poi il Tribunale di Milano hanno negato il congedo e l’indennità di maternità previsti in caso di affido di minori. “L’avvocato dell’Inps – spiega Cristina – mi ha accusata di essere una mera contabile perché l’educazione dei ragazzi è affidata agli educatori. Secondo lui io starei seduta in un angolino a osservare l’operato degli altri”.

 

La realtà invece è ben diversa e, quando la descrive, Cristina  diventa un fiume in piena. “In questi anni ho raccolto lacrime, pugni, calci e ingiurie da parte dei miei adolescenti, feriti e incapaci di fidarsi degli adulti per il troppo male ricevuto. Sono stata con loro in ogni momento – ricorda –, sia quando mostravano rabbia, sia quando accettavano di farsi consigliare o quando vivevano una delusione d’amore. Ricordo notti passate sul divano con loro a dire che erano belle persone e a ricordare loro ogni successo, ogni cosa bella imparata”.

 

L’amore di una vera mamma traspare soprattutto quando Cristina racconta i momenti del distacco. “Penso ai piccoli cuccioli che ho riaccompagnato dai loro genitori – dice –, aiutando prima loro a mandare via la rabbia dell’allontanamento e poi accogliendo anche le loro famiglie. Direi di aver fatto da mamma anche alle loro mamme.

Sul ruolo svolto in questi frangenti interviene anche il marito di Cristina, Tommaso Greco. “Mia moglie e io facciamo solo quello che sappiamo fare, i genitori. Spesso siamo noi – sottolinea – i primi a dover lavorare anche con i genitori naturali dei piccoli affidatici al fine di risolvere i problemi dell’allontanamento”.

 

Invece per l’Inps e per il Tribunale di Milano, Cristina avrebbe semplicemente gestito la casa famiglia. “Di prove che il mio ruolo è quello di mamma ne posso portare tantissime” afferma la 48enne milanese. La presenza degli educatori, infatti, è solo pomeridiana, con qualche aiuto saltuario di mattina in caso di necessità. A Natale, a Capodanno, a Pasqua, in tutte le feste, di notte gli educatori non ci sono. Come potrebbe quindi una semplice “osservatrice” mandare avanti una casa con 12 persone?

Ma c’è di più. “Se non ho letto male – dice ancora Cristina – nella sentenza si dice che io non mi occupo degli aspetti sanitari dei miei ragazzi“. Anche in questo caso, la realtà racconta altro.

A gennaio, infatti, è arrivato in casa famiglia un bambino di 6 mesi che pesava solo 3 chili e aveva passato gran parte della sua vita in ospedale. A giugno ha dovuto subire un nuovo intervento, quello della guarigione: due settimane di ricovero dove mamma Cristina è stata accanto a lui tutti i giorni con una breve pausa. “Durante quelle ore – ricorda – tornavo dai miei figli naturali e accolti, li andavo a prendere all’oratorio feriale, preparavo la cena, una doccia lampo, cenavo con loro, li portavo a dormire e ricorrevo in ospedale”. Non proprio la vita di chi non cura gli aspetti sanitari dei suoi figli.

 

“Ciò che facciamo è faticoso – ammette Cristina – , ma da tante soddisfazioni e credo che nessuno dovrebbe giudicare senza prima venire a vedere cosa sia una casa famiglia. La sua essenza è la coppia di genitori affidatari, che proprio ricoprendo il ruolo genitoriale garantiscono il clima familiare di cui i bambini hanno bisogno. Negando alla mamma affidataria il ruolo di madre, si nega anche che la casa famiglia sia veramente tale.

“La decisione di avventurarci nella casa famiglia – ricorda Tommaso – non nasce da una necessità di trovare un’alternativa lavorativa. Volevamo semplicemente renderci ulteriormente disponibili, dopo un’esperienza di 10 anni di affido, ad accogliere altri minori in stato di necessità. Ai.Bi. ci ha dato questa opportunità e i minori presenti li sentiamo figli al pari di quelli biologici.