Crollo demografico: oggi peggio del 1918, quando la guerra portò via 600mila giovani

culle vuoteIl bonus bebè da 80 euro per le giovani coppie che mettono al mondo o adottano un figlio? “Meglio di niente”, ma di certo non basterà a invertire il trend demografico negativo che rischia di far imboccare al popolo italiano la via dell’estinzione. È il parere di Alessandro Rosina, docente di demografia all’Università cattolica di Milano, che ricorda come, con le sue 514mila nascite registrate, il 2013 abbia rilevato il valore più basso dal 1861, anno dell’Unità d’Italia. Era andata meglio perfino nel 1918 – che con i suoi 640mila nati costituiva il precedente record negativo – quando, a causa della Prima Guerra Mondiale, quasi un’intera generazione di giovani venne spazzata via a colpi di mitraglia sulle Alpi: furono 600mila, infatti, i soldati italiani morti nel conflitto.

La crisi economica, quindi, sullo sviluppo demografico del nostro Paese ha avuto effetti peggiori di una guerra mondiale. Negli ultimi 7 anni, infatti, recessione e politiche di austerità hanno portato i giovani verso una vera catastrofe sociale. Più del 40% dei ragazzi non riesce a trovare lavoro e, quando lo trova, scopre che con i salari da fame che vengono corrisposti diventa impossibile progettare una famiglia e avere figli. Se la guerra aveva distrutto una generazione, ora il rischio appare addirittura peggiore: il “suicidio demografico dell’Italia”. A dare l’allarme è stato l’ex governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio che ha calcolato che, con l’attuale indice di fertilità (1,38 figli per donna), “nel corso di 2 generazioni il numero degli italiani sarà dimezzato”. Ancora più pessimisti sono James Vaupel, direttore del Max Planck Institute, secondo cui, se il tasso demografico non dovesse aumentare, “la popolazione italiana potrebbe scendere a 10 milioni alla fine del XXI secolo”; e Antonio Golini, considerato il più autorevole demografo italiano del momento,  che ipotizza addirittura l’estinzione dei nostri connazionali nei prossimi 150 anni.

L’Italia, del resto, non è sola in questa paurosa crisi demografica. Le statistiche dell’Onu, infatti, presagiscono “una condanna a morte” per l’intera Europa. Stanno male come l’Italia anche Grecia (1,46 figli per donna), Portogallo e Germania (entrambe con 1,36) e poco meglio Gran Bretagna  (1,83), Svezia (1,9) e Francia (1,97): tutte sotto il 2,1, ovvero il tasso di fertilità che garantirebbe una popolazione stabile. L’Unione europea è in generale l’area mondiale messa peggio: ha il tasso di fecondità più basso (in media ,147 figli per donna), la percentuale più alta di “over 64” (16,4%), e la predominanza degli anziani sugli under 14, che sono solo il 16,2%. In Italia, per esempio, il 22% della popolazione è in pensione e i vitalizi rappresentano il15% del Prodotto Interno Lordo. Ristagno economico, invecchiamento della popolazione, giovani senza lavoro, crisi demografica: tutti fattori che potrebbero portare a una depressione economica senza fine. Contro la quale, un bonus di 80 euro al mese può fare davvero poco.

 

Fonte: Italia Oggi