Da Casablanca a Milano: perché l’istituto non sia sempre la loro casa

pane-0474Vi siete mai chiesti che cosa passa nella testa di un giovane di 22 anni abbandonato alla nascita e vissuto sino ad ora nelle quattro mura di un istituto insieme ad altri 258 bambini e giovani come lui?

È quanto sentiremo domani mattina, giovedì 14 marzo 2013, a Milano, presso l’Hotel dei Cavalieri Milano Duomo, in occasione della presentazione finale del progetto di inserimento lavorativo “Hata ana mawjoud. Ci sono anch’io!”, finanziato dalla Fondazione Cariplo e implementato da Ai.Bi. 

In quest’occasione, potremo toccare con mano i risultati dell’intervento di cooperazione: incontreremo, infatti, un giovane marocchino di 23 anni, A. F., che ha preso parte al progetto 2 anni fa, e che proprio grazie ad esso gli si sono aperte finalmente delle prospettive per il suo futuro.

A. F. è stato abbandonato per strada dalla madre subito dopo il parto, non si sa il perché. È stato trovato da un signore che fortunatamente l’ha subito portato alla stazione della polizia, dove gli agenti hanno deciso di portarlo in un centro di accoglienza per minori, in cui A.F. è rimasto per ben 10 anni. Fino a quando è stato trasferito in un istituto di un’altra città, dove ha trascorso gli altri dieci anni della sua vita. Qui, ha avuto la grande fortuna di incontrare Ai.Bi. e, anche se era ormai maggiorenne, fra i beneficiari di questo progetto di inserimento lavorativo dedicato ai ragazzi che uscendo dall’istituto non sanno cosa fare. A. F. è stato prima formato, così come altri 15 ragazzi circa, e poi eletto come responsabile di una panetteria per la sua grande serietà, responsabilità e maturità. Ora grazie ad Ai.Bi. e a Cariplo A. F. ha un lavoro e ha imparato un mestiere che potrà “rivendersi” nell’arco di tutta la sua vita, in qualunque posto del mondo. 

Questo non è solo un progetto di inserimento lavorativo, ma anche di integrazione sociale che permetta ai ragazzi usciti dall’istituto di ridefinirsi un’identità personale e professionale, e che li aiuti a trovare il loro posto nel mondo. Avendo sempre delle prospettive per il futuro.

Questa occasione vuole consentire il confronto non solo tra gli attori di progetto, ma anche tra gli attori della cooperazione allo sviluppo lombarda, e le associazioni di marocchini presenti sul territorio lombardo sulle tematiche contenute nella pubblicazione di progetto

Sarà una mattinata di confronto, per spaziare dall’analisi dell’intervento di progetto in Marocco, all’analisi della situazione in cui vivono migliaia di giovani e donne straniere, giunte nella città di Milano, alla ricerca di una vita migliore.