Da volontari a genitori: 3 anni in Uganda per adottare bambini orfani

ugandaQuando si amano i bambini, per davvero, integralmente e visceralmente, si farebbe tutto per loro.  Non riesci a staccartene. Diventano la tua priorità: vorresti che tutti stessero bene. Vorresti salvarli tutti dalla povertà e disperazione. Ma non potendolo fare, ti “limiti” a quelli che incontri lungo la tua strada. E senti che è tuo dovere non abbandonarli al loro destino. Devi essere la loro speranza.

Probabilmente avranno provato questo i ragazzi partiti come volontari per andare a prestare la loro opera in orfanotrofi dell’Uganda. Avranno sentito una stretta al cuore quando si saranno imbattuti in quegli occhietti indifesi di bambini anche di pochi mesi. E non ce l’hanno fatta. Non potevano ripartire, alla fine del campo di volontariato, senza di loro. Ecco perché da volontari sono diventati i loro genitori. Sembrano storie tratte da un film, invece è la realtà. Hanno dei nomi questi “angeli” e le loro scelte sono state raccontate dal mensile “Africa missione e cultura” incentrato proprio su storie di insolite adozioni.

Si tratta di Ashley, Lewis, Linda, Bharj: sono partiti da Europa e America per una breve esperienza di solidarietà, hanno incontrato bimbi con storie tragiche alle spalle e sono rimasti nel paese africano per il periodo necessario a regolarizzare l’adozione.

Lewis ha adottato la piccola Sara: era stata gettata nella buca di una latrina dalla madre che soffriva di problemi psichici. La neonata fu portata nella clinica rurale dove Lewis Bradbury e sua moglie stavano passando un’estate da volontari. I due avevano già dei figli adulti ma decisero di prendersi cura di lei. Gli fu concesso di portare negli Stati Uniti con loro la bambina dopo tre anni passati con lei in Uganda. Linda van der Linden, olandese di 23 anni, stava trascorrendo, invece, due mesi da volontaria in un orfanatrofio a Soroti quando incontrò il piccolo Emmanuel, neonato di poche settimane. Sua madre era morta di malaria e la sua famiglia non poteva prendersi cura di lui. Aveva poche possibilità di sopravvivere. Ora i due vivono in Olanda dopo i 36 mesi passati nel Paese africano. 

Altri nomi, altre storie: Bharj, Diana e Danyne. Bharj era in Uganda da poche settimane quando due bambine, Diana e Danyne, vennero abbandonate nell’ospedale dove lavorava come volontaria. Decise di rimanere per prendersi cura di loro e completare l’iter di adozione. Oggi la sua è una grande famiglia: oltre alle due bambine adottate, ha messo al mondo due figli e gestisce con il marito un orfanatrofio. In Uganda vivono, secondo dati ufficiali, circa 2 milioni di bambini orfani o abbandonati e centinaia sono gli orfanatrofi.

Fonte (Redattore sociale)