Dal 1 gennaio 2013 la Cambogia vuole riprendere le adozioni internazionali, ma solo per gli Stati Uniti o per tutti i paesi?

La Cambogia permetterà di riprendere le adozioni internazionali dal 1° gennaio del prossimo anno, 48 mesi dopo l’interruzione avvenuta a causa di episodi di corruzione e traffico di minori. Al momento le informazioni che filtrano riguardano però solo gli Stati Uniti.

Il Segretario di Stato presso il Ministero degli Affari Esteri cambogiano Visalo, dopo un incontro con Susan Jacobs, Consigliere speciale per l’infanzia del Dipartimento di Stato americano, ha dichiarato che la Cambogia consentirà nuovamente le adozioni internazionali a partire dal 2013, dopo la messa in atto di misure di protezione a favore dei minori.

La Cambogia bloccò le adozioni internazionali nel 2009 e al termine dello stesso anno, approvò una legge per disciplinarne la materia. Tuttavia, il Ministro degli Affari Sociali ha rinviato l’applicazione di questa legge più volte, dicendo che aveva bisogno di capire come mettere in pratica le nuove regole.

Sean McIntosh, portavoce dell’Ambasciata degli Stati Uniti, ha dichiarato, però, che da parte americana nessuna data è stata ancora fissata per riprendere le adozioni in Cambogia e che gli Stati Uniti continueranno a monitorare la situazione per essere sicuri che lo Stato cambogiano rispetti il diritto internazionale su questo tema.

“Non possiamo confermare che tra gli Stati Uniti e la Cambogia riprenderanno le adozioni internazionali il 1° gennaio. Per quanto ci riguarda, vogliamo essere sicuri che la Cambogia rispetti la Convenzione dell’Aia“, dice il portavoce americano.

Visalo ha tenuto a precisare che le quote per le adozioni internazionali (ammissibili per i bambini sotto gli 8 anni) verso gli Stati Uniti saranno limitate per un numero tra i 100 e i 200 bambini, e che la prima scelta rimane l’adozione nazionale.

Non ha invece chiarito se le adozioni internazionali verranno riaperte in quella stessa data per tutti gli altri Paesi. A questo proposito Ith Sam Heng, Ministro degli Affari sociali, ha parlato di processo di riapertura “lento al fine di garantire la tutela del bambino”.