Dalla quarta elementare alla… prima media: quando l’amore di una famiglia fa miracoli

Non bisogna temere di iscrivere i bimbi adottati a classi inferiori. Tornando a essere “figli” recuperano a passi da gigante

L’amore di una famiglia adottiva può fare miracoli. E, così, anche i bambini giunti in Italia più grandicelli, ottengono in breve tempo progressi insperati. Un esempio di quanto il calore di un nucleo famigliare possa contribuire allo sviluppo di questi bambini tornati, dopo qualche tempo trascorso in strutture istituzionali, a essere finalmente “figli” è recentemente arrivato dalla comunicazione inviata ad Ai.Bi. – Amici dei Bambini, ente autorizzato per le adozioni internazionali, da una delle sue famiglie adottive.

La coppia in questione aveva accolto due anni prima due bimbe da un Paese del Sud America. Ovviamente e purtroppo, appena giunte in Italia, erano state iscritte a classi inferiori rispetto a quelle frequentate da bimbi della loro età. Eppure hanno poi recuperato a passi da gigante.

“La prima – spiega l’operatrice di Ai.Bi. – quest’anno farà il salto dalla quarta elementare alla prima media visto che tutti gli insegnanti dicono che ce la può fare e che è molto brava. Questo testimonia una cosa che io, ovviamente insieme alle psicologhe, cerco di far capire in tutti i modi alle coppie prima della partenza e al rientro: è molto meglio inizialmente iscrivere i bambini a delle classi inferiori così da dargli con più tranquillità la possibilità di recuperare il gap linguistico e quindi scolastico, senza appesantirli e farli sentire frustrati di fronte a compiti non facili. Diverse coppie che hanno seguito questo consiglio hanno poi fatto fare il salto ai figli a scuola, dopo che si erano assestati”.

La scuola, purtroppo, è infatti spesso un nervo scoperto nelle coppie, che spesso, messe di fronte a questa eventualità, reagiscono negativamente. “Ma così nostro figlio resta indietro”, “ma così si vede messo in classe con bambini più piccoli di lui”, dicono.

Eppure non bisogna avere di queste preoccupazioni. Perché, come dimostra il caso specifico sopra citato, non c’è bisogno di forzature quando, a rimettere le cose in equilibrio, ci pensa la forza più importante, quella dell’amore.