Dopo 10 anni “ritorna” il Ministro della Famiglia. Identikit di Lorenzo Fontana.

38 anni, veronese, cattolico, sposato, padre di una bambina, laureato in Scienze Politiche, da 20 iscritto alla Lega Nord, è vicesindaco di Verona, vicesegretario federale della Lega e vicepresidente della Camera dei deputati. A  29 anni è stato eletto al Parlamento Europeo. E’ questo l’identikit di Lorenzo Fontana  al quale Giuseppe Conte ha affidato il Ministero della famiglia e della disabilità.

Con la nomina di Lorenzo Fontana, dopo più di dieci anni  il nostro Paese  torna ad avere un ministro della Famiglia e per la prima volta un ministro per la disabilità. L’ultimo ministro della Famiglia era stata Rosy Bindi che terminava  l’incarico nel maggio del 2008. In seguito veniva conferita una delega alla famiglia al Sottosegretario alla Presidenza Carlo Giovanardi fino al 2011. Quindi più nulla sino alla breve esperienza nel 2016 di Enrico Costa al quale Matteo Renzi aveva affidato il Ministero delle Politiche Regionali con delega alla Famiglia.

“La politica deve occuparsi della famiglia, non possiamo perdere altro tempo. I figli sono l’investimento del futuro.”  è questa la linea di Fontana autore di “La culla vuota della civiltà. All’origine della crisi” un libro scritto a quattro mani con Ettore Gotti Tedeschi, economista, ex presidente dello Ior che fa un’analisi accurata della denatalità in Italia.

Il crollo demografico così come la famiglia sembrerebbero temi che stanno molto a cuore a Fontana, che in passato non aveva perso occasione per dire che “avere bambini è bello! Sono una ricchezza, non solo un costo o un limite alla tua libertà!”

Da cattolico, come lui stesso si definisce sul suo profilo Twitter, è contrario all’aborto e strenuo difensore di politiche più incisive per la famiglia in contrasto alla crisi demografica.

Non è un caso, se lo scorso 19 maggio, Fontana era a Roma alla  ‘Marcia per la vita’, dove aveva dichiarato che «se non si rispetta la vita dal concepimento alla fine naturale si arriva ad aberrazioni come quelle di cui siamo stati e siamo testimoni” e sul diritto alla vita dice “ L’aborto lo si è fatto diventare ufficialmente un ‘diritto umano’: in realtà è uno strano caso di ‘diritto umano’ che prevede l’uccisione di un innocente”.

Tutte esternazioni queste che fanno ben sperare in un reale impegno del neo Ministro a favore della famiglia.

Salutiamo, dunque, la ri-nascita del Ministero della Famiglia con l’auspicio che il Ministro Fontana insieme al “diritto alla vita” e alla “natalità” abbia a cuore anche l’adozione internazionale e le famiglie adottive e che la sua posizione sulla difesa della vita e della famiglia  diventeranno la priorità del suo  Ministero.

E’ forse questo l’intervento del governo che tutti aspettavamo per tentare finalmente ridare il ruolo che merita anche alla “famiglia adottiva” e salvare l’adozione internazionale?