Draghi: impossibile ignorare la mobilitazione della società civile a favore della prosecuzione del Governo

Il Presidente del Consiglio si presenta in Senato rinnovando la sua disponibilità a proseguire l’azione di governo, convinto dalla mobilitazione senza precedenti di cittadini, associazioni e territori vista in questi giorni

La politica italiana, e tutto il Paese, sono in questi giorni focalizzati sulla situazione politica. Quanto successo negli ultimi giorni è chiaro a tutti, con la mancata fiducia da parte del Movimento 5 stelle, la dimissioni di Draghi respinte da Mattarella e l’attesa per il discorso del Presidente del Consiglio.
Discorso che è puntualmente arrivato, nella mattina di mercoledì 20 luglio e che ha tenuto toni piuttosto duri e fermi, con poche concessioni verso i partiti che si sono dimostrati più “irrequieti” negli ultimi mesi e la ferma richiesta ai leader politici di “confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi e che poi si è affievolito”. Una conferma che – ha chiuso il suo intervento Mario Draghi: non “dovete dare a me, ma la dovete dare a tutti gli italiani”.

Impossibile ignorare la mobilitazione senza precedenti degli italiani

Nel corso del suo discorso, Mario Draghi ha dedicato un sentito passaggio alla grandissima mobilitazione della società civile che si è avuta all’indomani delle sue dimissioni (poi respinte), con i diversi appelli arrivati da più parti ai quali anche Ai.Bi. ha aderito.
“La mobilitazione di questi giorni da parte di cittadini, associazioni, territori a favore della prosecuzione del Governo è senza precedenti e impossibile da ignorare– ha detto il Presidente del Consiglio. Ha coinvolto il terzo settore, la scuola e l’università, il mondo dell’economia, delle professioni e dell’imprenditoria, lo sport”. Draghi ha fatto intendere come proprio questo sostegno abbia avuto un peso decisivo nella sua decisione di provare a proseguire il suo mandato, chiedendo al Parlamento di rinnovare, più che la fiducia “numerica”, quella unità di intenti e di sostegno che ha caratterizzato i primi tempi dell’azione di governo.
La decisione, ora, è nelle mani dei partiti, dei senatori e dei deputati, chiamati a dare una risposta politica importante, non tanto al discorso di Mario Draghi, quanto piuttosto alla grandissima mobilitazione arrivata dal Paese come mai si era visto in passato.