E’ normale che il tribunale per i minorenni ordini un approfondimento psicologico ai servizi?

Gentile Ai.Bi.,

siamo Francesco e Maria, due aspiranti genitori adottivi. Ma sembra che il nostro sogno di dare una casa a un bambino abbandonato non trovi una via semplice. Due anni fa siamo stati, purtroppo, ritenuti non idonei. Non ci siamo persi di coraggio e così ora stiamo affrontando un nuovo percorso di adozione.

Eravamo in attesa di decreto quando, proprio qualche settimana fa, abbiamo ricevuto una lettera da parte del Tribunale dei minorenni di Bari, indirizzata ai servizi sociali e per conoscenza a noi stessi, che invita i servizi ad un approfondimento dell’indagine psicologica dalla quale si rilevano fragilità soprattutto nei confronti di Maria. 

Il Tribunale invita, così, i servizi a formarci e ad accompagnarci in questo percorso per approfondire le tematiche relative alla genitorialità adottiva. Questo è normale?

cbernicchi-fotoCari Francesco e Maria,

la risposta è sì. Tendenzialmente può succedere che un Tribunale ordini ai Servizi sociali di approfondire alcuni aspetti contenuti nella relazione  o esplicitare aspetti non ben trattati.

Questo può essere dettato da tanti motivi: relazioni dei servizi poco chiare; fragilità relative a uno dei due partner (come sembra nel vostro caso); perplessità relative alla genitorialità che devono essere approfondite.

E’ pur vero che non c’è un “protocollo universale”, per cui una risposta precisa (non conoscendo soprattutto i particolari della vostra situazione) non è facile da dare, però sulla base dell’esperienza e di una certa casistica, mi sento di dirvi che ciò può succedere e la frequenza con cui ciò accade varia da tribunale a tribunale e ogni storia è, ovviamente, a se’.

 Non mi rimane, dunque, che augurarvi un grosso in bocca a lupo e consigliarvi serenità nell’affrontare questa ennesima prova.

 Un caro saluto

Cinzia Bernicchi