È vero che, dopo aver avuto un tumore, i Paesi di origine non ti permettono di adottare?

Buongiorno Ai.Bi.,

sono un’insegnante tarantina, sposata da 10 anni. Tra me e mio marito è nato il sogno e il desiderio di dare una famiglia a un bambino abbandonato attraverso un’adozione internazionale. Purtroppo, però, sulle possibilità di realizzare questo nostro progetto, grava una grande incognita. Mio marito, infatti, qualche anno fa ha dovuto combattere con una brutta malattia, per la precisione un tumore. Per fortuna tutto è andato bene e ora è completamente guarito.

Nel frattempo, abbiamo già depositato la domanda di adozione al Tribunale di riferimento. Le assistenti sociali, durante il colloquio, ci hanno chiesto se fossimo davvero sicuri di voler intraprendere questo percorso. Ci siamo chiesti il perché di questa domanda, dato che mio marito è guarito. Alla nostra domanda, le assistenti sociali hanno risposto facendo riferimento all’impossibilità di poter realizzare l’iter adottivo a livello internazionale perché i Paesi non accettano coppie con un tumore alle spalle.

Questa risposta ci ha davvero demoralizzato. Dopo aver dovuto lottare a lungo contro quella tremenda malattia, ora la nostra voglia di genitorialità è stata nuovamente frustrata. Ma le cose stanno proprio così? Davvero per noi non c’è possibilità di adottare un bambino straniero?

Grazie per i chiarimenti,

Alessandra

 

 

ireneCara Alessandra,

le cose stanno in modo un po’ diverso. In linea generale mi sentirei di incoraggiarvi a non rinunciare a priori al vostro sogno di accoglienza. Tenendo ben presenti alcuni aspetti fondamentali.

Due aspiranti genitori adottivi che intendono rivolgersi all’adozione internazionale devono confrontarsi sia con la legge italiana che con quella dei Paesi di origine dei minori.

Per quanto riguarda questi ultimi, non tutti si pongono nello stesso modo in relazione alle coppie di potenziali adottanti che hanno alle spalle un tumore. Alcuni, infatti, impongono che passino almeno 5 anni dal superamento della malattia per concedere a un aspirante genitore di adottare. Altri invece non permettono in alcun modo, neppure dopo molti anni, a chi ha superato un tumore di accogliere un bambino in adozione. Ma naturalmente ci sono anche Paesi che non pongono alcun limite in questo senso.

Per quanto riguarda poi la legge italiana, l’aver superato una grave malattia non costituisce in assoluto un ostacolo all’adozione. Per il nostro ordinamento, infatti, aver affrontato in passato un tumore non impedisce, da solo, di ottenere il decreto di idoneità. L’aver sofferto e superato una patologia di questo tipo è uno dei tanti fattori analizzati dai servizi sociali e dal Tribunale per i minorenni. Questi scelgono quindi autonomamente come considerarlo nell’ambito di una più ampia e complessiva valutazione della coppia che chiede l’autorizzazione ad adottare.

In sintesi: gli eventuali ostacoli legati alla vecchia malattia di suo marito non possono arrivare dalla legge italiana, ma solo dalla valutazione complessiva dei servizi sociali e del Tribunale e dal regolamento dei Paesi di origine.

Non mollate dunque e continuate a confidare nella possibilità di diventare i genitori di un bambino a cui la vita ha tolto l’amore di una famiglia e che ha tanta voglia di tornare a sentirsi figlio.

Un grande augurio per il vostro percorso,

 

Irene Bertuzzi

Adozioni internazionali di Ai.Bi.