Economia siriana disastrata: il 90% della popolazione destinata alla povertà

povertà siriaDal nostro inviato (Luigi Mariani) – Dall’inizio del conflitto, l’economia siriana è regredita di trent’anni e, se la guerra proseguirà, nel 2015 circa il 90% della popolazione potrebbe trovarsi al di sotto della soglia di povertà: è questa l’allarmante conclusione tratta dal rapporto rilasciato dalla Commissione economica e sociale per l’Asia Occidentale delle Nazioni Unite (o ESCWA). La relazione, intitolata “Il conflitto nella Repubblica Arabo Siriana: l’impatto a livello macroeconomico e gli ostacoli sulla via degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio”, è stata realizzata utilizzando dati provenienti dalle istituzioni siriane, dall’ONU e dalle analisi fornite da diversi esperti: pur dipingendo un quadro dalle tinte assai fosche, sembra aver destato scarso interesse sui media internazionali. La Siria, infatti, non sta facendo i conti solo con il dramma della guerra, ma con un declino devastante e inarrestabile, destinato ad aggravarsi negli anni a venire.

Oggi, circa il 45% dei siriani vive sotto la soglia di povertà, contro il 12% di prima dell’inizio della rivoluzione, mentre il tasso di disoccupazione è salito dall’8 al 50%.

“In soli tre anni, il paese ha perso più di tre decadi, in termini di sviluppo umano – ha dichiarato Abdalla Dardari, esperto dell’ESCWA –. È in atto un drammatico processo di declino e deterioramento, al punto che possiamo affermare con certezza, purtroppo, che sarà impossibile per la Siria raggiungere uno qualsiasi degli obiettivi di sviluppo del millennio entro il 2015”. Secondo i dati forniti nel rapporto, l’economia siriana è entrata in un processo di recessione inflazionistica, sperimentando un significativo e generico aumento dei prezzi del 89,62% tra il 2012 e il 2013, del 107,87% con riguardo ai soli beni alimentari.

Il 2013, in particolare, è stato l’anno peggiore: l’espansione del conflitto in diverse regioni del paese, unito al massiccio sfollamento interno della popolazione hanno provocato un peggioramento globale degli indicatori di sviluppo. Fra le statistiche più allarmanti, c’è il crollo delle iscrizioni alla scuola primaria, calate dal 98,4% del 2011 al 70% del 2013; anche con riguardo alle vaccinazioni, si è passati dal 99-100% di copertura di tutte le province del paese al 50-70%, con alcune zone che raggiungono addirittura lo 0%.

L’ultima parte del rapporto riguarda una serie di inquietanti previsioni basate sull’ipotesi che il conflitto prosegua anche nel 2015: tanto per cominciare, se la situazione rimarrà invariata, si stima che il tasso di mortalità infantile al di sotto dei 5 anni arriverà a 28,8 bambini ogni mille persone, 28,7 per quelli al di sotto di un anno (contro i 23,3 del 2013). Nei prossimi anni, il tasso di scolarizzazione scenderà al 50% per gli studenti di età compresa fra i 6 e gli 11 anni, al 30% per quelli dei successivi livelli della scuola primaria; questo avrà un impatto estremamente negativo sul paese, tanto da far dire agli esperti che la generazione oggi al di sotto dei 15 anni è destinata a rimanere analfabeta.

Ma la previsione peggiore rimane proprio quella legata alla povertà: se oggi metà della popolazione siriana vive sotto tale soglia, l’anno prossimo – di questo passo – a trovarsi nella medesima condizione sarà la quasi totalità del paese.

 

In questo momento, la popolazione siriana ha bisogno di tutto il supporto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

 

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.

 

Fonti: ESCWA.org