L’emozione del primo incontro con il figlio adottivo non si dimentica mai!

Incontrare per la prima volta il proprio figlio adottivo è un’esperienza unica, emozionante e irripetibile. Ma può anche essere difficile: per questo la preparazione e “l’accompagnamento” dell’ente scelto sono fondamentali

Ogni storia inizia con un incontro, a maggior ragione se la storia è quella di un’adozione. Una famiglia, da una parte, e un figlio (a volte di più…) dall’altra. Un momento indimenticabile per entrambi, ricco di emozioni ma anche di un grande lavoro di preparazione alle spalle. Perché conoscere il proprio figlio adottivo per la prima volta non è una scena da film in cui “un bimbo ci corre incontro e ci salta al collo, grato del nostro gesto”, ma è la concretizzazione di un incontro con un altro essere umano, con la sua storia, le sue paure, il suo passato… Un essere umano che potrebbe avere delle resistenze e che prima di tutto va accolto e ascoltato.
Questa è la storia del primo incontro di una famiglia con sua figlia, in Cina.

Ricordando il primo incontro

L’incontro con nostra figlia Lia (nome di fantasia n.d.r.) è avvenuto il 8 aprile 2015 a Xian, “piccola” città cinese di oltre 8 milioni di abitanti. Dall’Italia siamo partiti con altre famiglie. Noi siamo andati con i nostri 2 figli naturali. Abbiamo aspettato questo giorno per due mesi, dopo la tanto attesa chiamata da parte di Ai.Bi. che ci annunciava l’avvenuto abbinamento. E ce lo ricordiamo come se fosse ieri.
Tutti i bambini arrivavano in braccio a una tata, che li lasciava ai genitori adottivi senza una parola e andava via. La nostra piccola era impaurita e, quando la tata me l’ha messa in braccio, ha iniziato a piangere: aveva 20 mesi, nessuno le aveva detto nulla e non capiva perché la tata se ne fosse andata lasciandola con dei perfetti estranei. Le emozioni erano tante e intense, ma tra impaccio e difficoltà la nostra priorità era rassicurare nostra figlia… Solo che piangevamo tutti!
Per fortuna eravamo stati preparati dalla psicologa di Ai.Bi che, a una settimana dalla partenza, ci aveva convocato per prepararci all’incontro e ci aveva spiegato con precisione e nei particolari come si sarebbe svolto “il passaggio”, ci ha aiutati a riflettere, a capire il perché di quei gesti e ad aprire il cuore all’incontro.
Questo passaggio è stati di grande aiuto per tutti noi, ma soprattutto per i nostri altri due figli, che all’epoca avevano solo 5 e 7 anni e non vedevano l’ora di andare a “prendere la sorellina”. Spiegare anche a loro con un linguaggio adeguato che forse la sorellina all’inizio sarebbe stata spaventata, che per lei era tutto nuovo e sconosciuto, che loro avevano il compito importante di rassicurarla e farle capire che tutto andava bene è stato importantissimo.
Siamo convinti che il lavoro fatto con la psicologa, le sue spiegazioni e le sue parole, ci ha permesso di affrontare questo momento con più serenità, consapevolezza e forza per Lia. Eravamo intensamente emozionati, ma sereni e calmi e penso che lei lo abbia percepito. Arrivati in albergo era già più serena e sorrideva.

Il ruolo fondamentale dell’Ente autorizzato

Un pensiero che ha accompagnato mio marito durante questo primo incontro è stato: “Le vorrò bene? Me ne vorrà lei?”. Oggi racconta sempre come all’inizio, per lui, Lia fosse una piccola estranea: sicuramente dolcissima e tenera, ma estranea. Hanno dovuto imparare a conoscersi: lei aveva paura di mio marito, non si faceva avvicinare, e all’inizio stava solo in braccio a me.
Sono passati quasi 7 anni da quel giorno e oggi la nostra è un’adozione “super felice”!
Siamo fortemente convinti, per la nostra esperienza e per il confronto con le altre famiglie e le loro storie diverse dalla nostra, che la scelta dell’ente e la preparazione che esso è in grado di offrire, la vicinanza durante il viaggio all’estero e il percorso di supporto e vicinanza del dopo adozione, costituiscano uno dei fattori fondamentali per un’adozione felice.
La consapevolezza delle situazioni e degli eventuali problemi che una coppia dovrà affrontare permette di superarli con più serenità e con più forza: avere accanto persone preparate e competenti è una base sicura per procedere meglio nel cammino.

Chi volesse avere maggiori informazioni sull’adozione internazionale o partecipare ad uno degli incontri informativi gratuiti organizzati da Ai.Bi. può consultare la pagina dedicata QUI