Eterologa, arrivano le 5 regole per evitare di trasformarla in un far west

eterologa 400 286 defArrivano i primi paletti alla fecondazione eterologa. Lo fanno sotto forma di un regolamento che dovrebbe recepire la direttiva europea 39 del 2012 sul trattamento di tessuti e cellule umane. Il testo predisposto dal ministero della Salute detterebbe i punti fermi in materia di donatori e donazione di gameti, adottando i criteri europei. I quali, per esempio, escludono qualunque tipo di compenso per i donatori e la possibilità di selezionare questi ultimi in base alle caratteristiche somatiche o genetiche preferite. Insomma, niente commercio di semi e ovociti e niente figli “su misura”.  In attesa di una legge in materia, si mette almeno nero su bianco un sistema di norme atteso da un anno per evitare che quello dell’eterologa, non regolamentato dallo Stato, si trasformi in un far west. Il testo arriva infatti esattamente un anno dopo la rinuncia da parte del Governo a provvedere con decreto a rimediare al “buco” creato dalla sentenza della Corte Costituzionale dell’aprile 2014 che rimuoveva il divieto di fecondazione eterologa in Italia.

Il regolamento ha già ricevuto l’approvazione del Consiglio superiore di sanità e del Garante per la privacy ed è ora all’esame della Conferenza Stato-Regioni, prima di passare al vaglio del Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari competenti.

Sono 5 i punti sui quali il testo detta le regole per il nostro Paese.

Innanzitutto l’età di chi dona i gameti: varia a seconda del differente sviluppo dell’apparato sessuale e va dai 18 ai 40 anni per gli uomini e dai 20 ai 35 per le donne.

Quindi il numero massimo di nati per ciascun donatore: ognuno di essi potrà consentire di generare con le proprie cellule riproduttive non più di 10 bambini. Limite a cui si può derogare solo in un caso: quello in cui una coppia che ha già un “figlio dell’eterologa” desideri un altro bambino e chieda di ricorrere ai gameti dello stesso donatore.

Un unico criterio, poi, per la selezione di chi dona ovociti o sperma: un’anamnesi sanitaria e medica, tramite questionario e colloquio personale con specialisti abilitati per la scelta. Lo scopo è quello di evitare che la donazione si traduca in un rischio sanitario. Eventualità, tra l’altro, già drammaticamente accaduta: un donatore danese, portatore inconsapevole di neurofibromatosi, negli anni scorsi ha diffuso in mezzo mondo il gene della patologia di cui è affetto, ora presente in un centinaio di bambini.

Regole certe anche per la privacy. Alla coppia ricevente sarà consegnata un’informativa sugli esami clinici del donatore, di cui però non potrà conoscere l’identità.

Infine, si limita il ricorso selvaggio alla pratica dell’egg sharing, ovvero la donazione a coppie sterili di gameti “avanzati” a chi è ricorso alla donazione omologa. In questo caso si adotteranno gli stessi criteri di selezione validi per l’eterologa, come già previsto dalle linee guida per la legge 40 firmate a luglio dal ministro Lorenzin.

 

Fonte: Avvenire