Eterologa? No grazie. Ho rinunciato al 15% di gravidanza a favore del 100% di un figlio

Ho letto l’articolo sulla sentenza della Consulta che dà il via libera alla fecondazione eterologa anche in Italia. Credo che questa scelta appoggi il concetto dei figli intesi come proprietà, come bene personale, laddove io invece sono convinta che i figli siano un bene, un frutto sociale. Questa direzione del legislatore è estremamente pericolosa e rafforza sempre di più il concetto di razza, di appartenenza, di distacco dalle grandi problematiche umanitarie. Il figlio è mio, ancor prima di concepirlo. Dovessi fare cure ormonali infinite, magari rischiare in futuro patologie correlate, ma deve uscire dalla mia volontà, dal mio grembo. Per esperienza personale, ho rinunciato al 15% di possibilità di avere un figlio con la fecondazione assistita perché per me, portatrice di mutazione del brca1, il rischio di tumore ovarico con tutte le cure ormonali sarebbe arrivato alla quasi certezza. Ho rinunciato al 15% a favore del 100% di un bimbo egiziano che ora è con noi da 2 anni. Non nego che il desiderio di maternità sia bellissimo e giustificato. Ma prego tutte le donne di fare un momento di riflessione e capire dove finisce la maternità e dove inizia il possesso. Prendiamo esempio dai bambini. Per loro sei madre e padre perche li ami. Non ti chiedono la mappa genetica. Dovremmo imparare a farlo anche noi.

Buona settimana a tutti,

Moira

 

IRENEBERTUZZICara Moira,

condivido le sue riflessioni. Troppe volte il legittimo desiderio di maternità o paternità si appiattisce su istinti biologici ‘adultocentrici’. Per fortuna, quasi sempre, ci pensa la vita a far scoprire anche ai genitori biologici l’alterità dei propri figli. Guai a pensarli come protesi della propria esistenza. I figli sono sempre altro da sé. E se c’è un regalo che la scelta dell’adozione costruisce in anticipo per i genitori è proprio quello di rendere pacifica questa consapevolezza. Che poi va a braccetto con il miracolo della genitorialità adottiva che consente di riconoscere fin dal primo incontro un bimbo nato da un’altra pancia come proprio figlio.

Quanto alle conseguenze sanitarie dei ‘bombardamenti ormonali’ a cui si sottopongono tante donne, ho la sensazione che a loro troppo spesso vengono sottaciuti i pericoli causati dai reiterati tentativi di inseminazione. E come fa un genitore responsabile a ignorare il rischio di mettere al mondo un figlio, che poi magari dovrà lasciare troppo presto orfano?

Auguri per la sua felice maternità e grazie per la sua testimonianza.

Con stima,

Irene Bertuzzi

Responsabile Adozioni Internazionali di Ai.Bi.