Basilico raccolto dai bambini

Fame di Mamma. Contagiosi gesti di accoglienza

Le mamme e i bambini delle comunità di accoglienza di Ai.Bi. preparano il pesto fresco da condividere con gli adolescenti di Casa Padre Mario. In un gesto di condivisione che genera speranza

La nostra epoca sta diventando, sempre più, l’epoca delle grandi contraddizioni: coscienze sempre più assopite e diritti sempre meno garantiti.
Negli ultimi mesi, il tema di che cosa possiamo fare noi per i meno fortunati, per risvegliare le coscienze, è entrato prepotentemente anche nelle strutture di Amici dei Bambini.

Un Occidente sempre più insensibile

Complici le notizie di guerre e crimini contro l’umanità che sembrano inarrestabili e di un Occidente sempre più insensibile ai diritti umani, i bambini e le loro mamme hanno iniziato a chiedersi se non siamo ormai sull’orlo di una crisi talmente profonda da mettere in discussione l’essenza stessa dell’umano, fino a temere l’estinzione della specie.
La ripresa della scuola, in particolare, ha stimolato nei nostri piccoli riflessioni sui bambini che vivono nelle zone di guerra.
Noi operatori, di fronte a queste domande, ci siamo sentiti in dovere di riflettere su cosa potessimo fare per farli sentire al sicuro, nonostante i venti di guerra che soffiano forti e che, in qualche modo, ci riguardano tutti.

Che fare?

Abbiamo così pensato di affiancare al nostro consueto ascolto attivo anche qualcosa di pratico.
Sia le mamme sia i bambini hanno espresso il desiderio di “fare qualcosa”, per non sentirsi indifferenti.
Un pomeriggio ci siamo quindi riuniti sul grande tappeto della nostra sala, per riflettere insieme e cercare modi concreti per “mettere in sicurezza” l’umanità, per garantire — almeno simbolicamente — la salvezza del mondo.
I bambini avrebbero voluto inviare peluche o le loro merende preferite ai coetanei che vivono nei Paesi dove ci sono guerre o in quelli dove c’è un gonecidio in corso… ma poi qualcuno ha chiesto: “Come facciamo a sapere che arriveranno davvero?” Li abbiamo rassicurati: per fortuna ci sono ancora tante persone buone nel mondo che si impegnano ogni giorno affinché la pace possa arrivare anche nei Paesi in conflitto, e affinché a quei bambini e alle loro famiglie siano garantite almeno le necessità essenziali.
Poi abbiamo condiviso una riflessione: “C’è una cosa che possiamo fare tutti per evitare che la paura delle differenze ci renda più preoccupati, e quindi più aggressivi.”
Davanti a questa affermazione, mamme e bambini sono rimasti stupiti, ma anche molto curiosi.
Abbiamo chiesto loro di pensare a gesti che gli altri fanno per loro — o che loro stessi fanno per gli altri — e che li rendono davvero felici.

I gesti che regalano speranza

Le risposte ci hanno scaldato il cuore. I bambini hanno parlato degli abbracci delle loro mamme quando si fanno male, delle minestrine “magiche” che li fanno guarire.
Le mamme, a loro volta, hanno raccontato dei sorrisi e dei baci dei loro figli, apparentemente gratuiti ma nati da un profondo senso di cura reciproca.
Sull’onda di queste emozioni ci siamo chiesti: “Oltre a mandare qualcosa ai meno fortunati, cosa possiamo fare di pratico per scaldare il cuore di chi ci è vicino?”
In queste settimane, grandi e piccoli si sono impegnati molto nella coltivazione del nostro orto in cassoni. Le temperature miti ci hanno regalato ancora tanto basilico fresco e profumato, e così è nata l’idea di preparare insieme un piatto che mette d’accordo tutti: il pesto fatto in casa.
Ma con chi condividerlo?
La piccola Maria, sei anni appena, si è ricordata che quest’estate alcuni ragazzi più grandi, che vivono in un’altra casa insieme agli educatori, li avevano aiutati a riparare le biciclette rotte, così che tutti potessero averne una funzionante. Maria ha pensato che anche a loro potesse piacere il pesto e che regalargliene un po’ li avrebbe resi felici.
Le mamme hanno accolto con entusiasmo la sua idea, e così, un venerdì, con tutti i bambini a casa da scuola, si sono messi insieme a raccogliere il basilico e preparare un gustosissimo e profumatissimo pesto.
Poi, insieme, lo abbiamo donato ai nostri vicini di casa, e questo piccolo gesto ha reso tutti più felici e fiduciosi: se continueremo a essere gentili, il mondo e le persone, ovunque, avranno ancora una speranza.

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