Non lasciamo sole le famiglie adottive: una ricerca mostra che si può fare

Lo studio del Tribunale di Milano e di due università ci spiega che i percorsi adottivi, se accompagnati, reggono. Solo il 5% delle adozioni sfocia in casi davvero complicati

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le narrazioni negative sull’adozione, specialmente quella internazionale.
Famiglie impreparate, bambini “difficili”, un sistema al collasso… E c’è chi, come in Svezia, Belgio, Olanda, ha già alzato bandiera bianca. Ma davvero siamo al capolinea dell’adozione? La risposta è no. Lo dimostra una recente ricerca scientifica, frutto della collaborazione tra il Tribunale per i Minorenni di Milanol’Università Cattolica e l’Università Bicocca.

La ricerca

I dati, relativi a 110 casi esaminati tra 2015 e 2018 su un totale di 2.556 fascicoli, raccontano una realtà complessa ma tutt’altro che disperata. Solo il 5,4% dei minori adottati presenta gravi problematiche tali da richiedere l’intervento giudiziario. Bambini spesso adottati in età avanzata, con storie pregresse di abuso (20%) o trascuratezza grave (22,7%), e in molti casi affetti da disturbi psichiatrici (63,6%). Ma anche in questi scenari, l’alleanza tra famiglia adottiva, servizi e giustizia riesce a contenere i danni.
Nel 47,6% dei casi, l’esito del percorso è stato valutato come migliorativo. Le famiglie adottive coinvolte sono nella maggioranza coniugate (80,5%) e culturalmente attrezzate, ma spesso prive del necessario supporto. La ricerca mette in luce che, dove i servizi funzionano e si crea una rete stabile, i risultati si vedono. Fondamentale, secondo le psicologhe Rosnati e Magrin, è non lasciare soli i genitori, costruire “esperienze genitoriali terapeutiche” e garantire comunità terapeutiche sufficienti.

Una risorsa insostituibile

Nonostante i segnali d’allarme – un aumento di famiglie disgregate, un picco di violenza domestica (32,7% con la madre, 17,8% con il padre) e un numero crescente di giovani in difficoltà – la ricerca smentisce la profezia della fine dell’adozione. Serve prevenzione, interventi tempestivi e soprattutto una rete che accompagni le famiglie. Perché l’adozione, pur impegnativa, resta una risorsa insostituibile per ricucire vite spezzate. E non è, e non deve essere, un capitolo chiuso.

[Fonte: Avvenire]

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

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