Famiglie italiane tornate a credere nell’adozione internazionale: con la nuova Autorità Centrale cambierà tutto. Prossimi obiettivi: la gratuità e l’eliminazione dei viaggi multipli

Gratuità dell’adozione internazionale, snellimento delle procedure adottive, abolizione dei viaggi multipli nei Paesi di origine dei minori,  istituzione di un “funzionario delle adozioni internazionali” presso ogni Ambasciata italiana, tolleranza zero nei confronti dei pagamenti in nero e la definizione di vacanze preadottive. Ora grazie alla ripresa della attività CAI, dopo tre anni di paralisi, l’auspicio è che possano diventare realtà.

Queste sono, infatti, le speranze di migliaia di famiglie che vogliono avvicinarsi alla meravigliosa forma di accoglienza quale è l’adozione internazionale. Speranze che vengono riposte in Laura Laera, nuova vicepresidente della Cai (Commissione adozioni internazionale) la cui nomina è stata ufficializzata con il decreto firmato dal Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, lo scorso venerdì 19 maggio. Il provvedimento seguirà ora l’iter per la pubblicazione nel Bollettino del ministero della Giustizia. A renderlo noto è il sito stesso della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Laura Laera succede così all’ex vice presidente Silvia Della Monica, (il cui incarico è scaduto lo scorso 14 febbraio), dopo 3 anni di blocco e paralisi totale delle adozioni internazionali che da “fiore all’occhiello” che erano nel passato, hanno registrato una crisi senza precedenti.

Tre anni assurdi durante i quali è successo di tutto. Solo per fare qualche esempio: visite di delegazioni previste e poi saltate, come quella vietnamita o quella russa o tenute top secret anche agli enti autorizzati (ovvero i soggetti maggiormente  interessati al buon esito di tali incontri); famiglie adottive lasciate sole per anni nell’attesa di un figlio e abbandonate a sé stesse; disservizi, ritardi e incongruenze generate dallo stallo dell’organo di controllo delle adozioni.

Ogni contatto con le famiglie è stato volutamente azzerato, le relazioni internazionali ne sono state danneggiate.

Ma venerdì 19 maggio è stata nominata Laura Laera, presidente del Tribunale dei minorenni di Firenze, e l’auspicio è che la CAI  torni a funzionare.

Nel concreto, ci si augura che venga riattivata la linea verde con le famiglie; che email di famiglie e di enti autorizzati non cadano più nel vuoto trovando una pronta risposta e non  più quella automatica di internet di “casella di posta piena”; che ogni ente autorizzato possa tornare a sottoporre alla Autorità centrale  problematiche delle proprie coppie e cercare insieme delle soluzioni;  che riprendano gli incontri periodici con gli enti autorizzati; la speranza è che si torni a convocare i tavoli di lavoro tra Enti e Autorità centrale per esaminare insieme le esigenze dei vari Paesi di origine dei minori;  che riprendano le missioni all’ estero per rinsaldare i rapporti con le autorità locali dei Paesi di origine e che si torni ad ospitare delegazioni delle Autorità centrali straniere per stringere accordi bilaterali.

Se i patti di stabilità lo consentiranno, è auspicabile che riprendano i progetti di Cooperazione finalizzati allo sviluppo della sussidiarietà nei Paesi di origine; si tornerà, così, a dare alle coppie adottive i rimborsi delle spese adottive (le ultime famiglie ad avere avuto il rimborso sono quelle che hanno sostenuto le spese adottive nell’anno 2011, rimborsi effettuati (parzialmente) dalla CAI.

Insomma tornerà a splendere quell’adozione internazionale che è sempre stata uno dei “fiori all’ occhiello” della nostra Italia ma nella quale negli ultimi tre anni non si è creduto. A dimostrarlo il calo pari al 50% rispetto al 2011.

Ma per far sì che tutto questo diventi realtà, occorre che le famiglie italiane tornino a credere nell’ adozione internazionale, superando quel clima di sospetto, di sfiducia e di odio che è stato creato ad arte in questi 3 anni con l’unico risultato di allontanare le coppie da questa meravigliosa forma di accoglienza a danno dei milioni di bambini in stato di abbandono in attesa ancora di una famiglia e di poter tornare ad essere figlio.

Sono veramente tanti, infatti, i bambini orfani nel mondo: secondo l’ultimo rapporto Unicef (del 2016) nel 2014 questi ammontano a 140 milioni. Se a questo aggiungiamo i dati (purtroppo non conosciuti) dei bambini abbandonati, che vivono negli istituti e nelle strade, raggiungiamo cifre impressionanti.

Se le famiglie torneranno a credere, ma in questo devono essere aiutate, e se verrà ristabilito fra tutte le parti in gioco (enti autorizzati, associazioni familiari ed operatori) un clima di collaborazione fattiva e costruttiva si potranno porre anche obiettivi importanti, come  per l’appunto la gratuità della adozione internazionale, lo snellimento delle procedure adottive, l’abolizione dei viaggi multipli nei Paesi di origine dei minori (3/ 4 viaggi a seconda del Paese con un intervallo di tempo tra l’uno e l’altro anche di 12/14 mesi),  l’ istituzione di un “funzionario delle adozione internazionale” presso ogni Ambasciata italiana e la tolleranza zero nei confronti dei pagamenti in nero. E ancora per dare un’ ultima possibilità ai bambini grandi in stato di abbandono, non sarà più rinviabile la definizione, come richiesto insistentemente da molti Paesi (Cina, Colombia, Russia) delle vacanze preadottive.

E tante altre migliorie che saranno illustrate punto per punto da Ai.Bi. Amici dei Bambini nel nuovo Manifesto per il rilancio della adozione internazionale.

Insomma rilanciare, e alla grande, l’ adozione internazionale in Italia si può, ma abbiamo bisogno di una cosa fondamentale: della vostra fede e fiducia.

Famiglie italiane ritornate a credere nella adozione internazionale!