Figli primogeniti più intelligenti? Gli studi dicono di sì

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I primogeniti sono più intelligenti e capaci degli altri? Sembrerebbe di sì. E sono anche più ambiziosi. Lo affermano alcuni recenti studi sui risultati scolastici ottenuti dai figli, i cui esiti, letti alla luce di altre ricerche compiute negli anni scorsi, confermerebbero questa tesi.

Il progetto Siblings Configuration, Educational Aspiration and Attainment ha preso in considerazione 1.503 gruppi di fratelli e sorelle, per un totale di 3.532 individui. I ricercatori hanno scoperto che la “superiorità” dei primogeniti si concretizza spesso in migliori risultati scolastici e si spiega con una maggiore ambizione, che li spinge a fare sempre meglio. In particolare, i maschi più “anziani” hanno il 7% di probabilità in più di ottenere voti positivi e di proseguire gli studi fino a livelli avanzati rispetto ai secondogeniti. Tra le femmine il dato è ancora più rilevante e raggiunge il 13%.

Risultati, questi, che confermano quanto già emerso in alcuni studi datati 2007. In quell’occasione si scoprì che i primogeniti hanno un quoziente intellettivo superiore di 2,3 punti rispetto al secondogenito. Un divario che può arrivare a 2,9 punti con il quartogenito.

Questa disparità, secondo Frank Sulloway dell’Università di Berkeley, è la conseguenza di vari fattori, che vanno dalle risorse investite dai genitori nella crescita della prole – maggiori per i primi – al fatto che i figli più grandi devono spesso aiutare i fratelli e le sorelle più piccole, ricoprendo così un precoce ruolo di responsabilità.

Ciò appare più evidente nel caso delle sorelle maggiori, in particolare durante l’adolescenza delle minori. Le ragazze più grandi, infatti, in quella delicata fase di sviluppo delle sorelle minori, assumono il ruolo di confidenti e il loro ruolo di supporto è considerato assolutamente prezioso, soprattutto per quanto riguarda tematiche come la sessualità e le relazioni, nelle quali diventano modelli da seguire. Le figlie minori sono quindi molto più propense a “imparare” dalle esperienze di quelle più grandi. “Spesso le sorelle condividono punti di vista simili – sostiene Sarah Killoren dell’Università del Missouri – riguardo alle relazioni e alla sessualità, essendo cresciute nella stessa casa”.

Secondo uno studio svolto presso l’Università di Firenze, infine, i fratelli maggiori sottopongono quelli minori a comportamenti vessatori più spesso di quanto facciano le femmine. Dall’analisi condotta su appositi questionari compilati da 195 minori tra i 10 e i 12 anni, è emerso che molti dei bambini con fratelli più grandi avevano subito atti di bullismo domestico dovuto al desiderio di dominanza e di stabilire una sorta di gerarchia familiare da parte dei maggiori. Fenomeno molto meno frequente quando la maggiore è la sorella. In questo caso, le discriminanti di un buon rapporto sotto lo stesso tetto sono legate agli aspetti più tipici di una relazione: simpatia, confidenza e intimità.

 

Fonte: Agorà Vox