Firenze, “Ponti tra passato e presente”: speranza o ossessione?

figli adottiviIl viaggio, la condivisione, i legami con la propria famiglia adottiva e il proprio Paese di origine. Saranno questi i temi centrali su cui si focalizzerà il 2° Meeting dei figli adottivi adulti, che si svolgerà sabato 14 giugno presso l’Istituto degli Innocenti di Firenze. “Ponti tra passato e presente”, questo il significativo titolo dell’evento, è organizzato dal Gruppo adottivi adulti del Centro italiano aiuti all’infanzia ed è aperto a tutti i figli adottivi maggiorenni.

Una giornata di incontro, dibattito e condivisione tra persone ormai adulte accomunate dall’aver vissuto, nel corso della loro infanzia, la doppia esperienza dell’abbandono prima e dell’accoglienza poi. Un elemento comune che dovrebbe tradursi nella creazione di una rete di associazioni e movimenti capaci di dare voce anche quei minori che da tanto, troppo, tempo attendono di ricevere anch’essi lo stesso dono dell’accoglienza.

A introdurre il meeting sarà lo psicologo e psicoterapeuta Marco Chistolini, responsabile scientifico e coordinatore del Gruppo adottivi adulti, che parlerà di Come e quanto l’esperienza dell’abbandono incide sulla costruzione della propria identità personale. Lo stesso dottor Chiestolini, insieme  agli psicologi Gregorio Mazzonis e Daria Vettori, coordineranno i 3 workshop previsti rispettivamente sui temi: Il viaggio alle origini: l’importanza delle radici, La propria storia adottiva: la condivisione nella coppia e nella genitorialità e La famiglia adottiva: legami tra passato e futuro. Non mancheranno le testimonianze, portate da figli e genitori adottivi nazionali e internazionali.

“Credo che questi momenti di condivisione – afferma Marco Carretta, referente nazionale degli Ai.Bi. Giovani, il gruppo di figli adottivi di Amici dei Bambinisiano importantissimi per tutte quelle persone che ancora oggi si sentono sole, in una società che non ha ancora compreso il significato di quella bellissima parola che da secoli viene pronunciata e a volte urlata con orgoglio: accoglienza”.

Molti ragazzi e adulti impostano la loro vita sulla ricerca delle loro origini e della loro “vera” mamma. “A queste persone – dice ancora Carretta – mi sento in dovere di ripetere due cose: che hanno una vera mamma che le aspetta tutti i giorni a casa e che ci sono molti minori che pagherebbero per ricevere questo stesso dono”. Oggi nel mondo ci sono ben 168 milioni di bambini che questo dono non l’hanno ancora ricevuto e forse  non lo riceveranno mai.

Per questo Marco Carretta lancia la sua stimolante provocazione: “Perché questa ossessione di risalire alle proprie origini, dopo aver ricevuto il dono più grande che, da bambini abbandonati, potessero ricevere: l’accoglienza?”