Flop Assegno Unico. Il problema è l’ISEE?

Con l’avvento dell’assegno unico, molte famiglie devono fare i conti con benefici inferiori ai precedenti e con una diminuzione consistente della misura all’aumentare dell’Isee. Le proposte di riforma 

Abbiamo atteso con impazienza l’arrivo dell’Assegno Unico. Ora che la anelata misura è finalmente divenuta realtà, molte famiglie devono fare i conti con benefici inferiori ai precedenti e con una diminuzione consistente della misura all’aumentare dell’Isee: 175 euro per ogni figlio con Isee fino a 15.000 euro, 150 euro con un Isee da 20.000, 100 euro con Isee fino 30.000 e così via…

“Una riduzione – spiega Avvenire- che non ha equivalenti in Europa, dove gli assegni-figli sono universali e spesso si integrano con vantaggi fiscali per chi paga più tasse”.

Cosa si può fare per riequilibrare la situazione e rendere l’assegno unico davvero una misura equa e universale?

La soluzione la si apprende sempre tra le pagine del quotidiano Avvenire, che rende noto come, durante gli Stati Generali della Natalità, sia emersa la possibilità di “modificare l’indicatore Isee per calcolare l’Assegno unico”.

Le ipotesi in campo sono molte. La strada che si sta valutando è quella di passare a un Isee di prestazione, cioè un indicatore calcolato con parametri modificati solo per chi chiede l’Assegno unico, come ad esempio si fa per le tasse universitarie o altri contributi socio-sanitari”.

In estrema sintesi, la soluzione potrebbe essere quella di modificare l’Isee in modo tale da fornire più peso al numero dei figli e di “sterilizzare una parte di risparmio o il valore della prima casa, se non di più immobili quando non producono reddito”.

Ma attenzione mette in guardia l’Avvenire ad aggiungere, tramite un’ipotetica modifica “burocrazia sulla burocrazia”.

Già l’assegno unico italiano risulta davvero macchinoso rispetto a quello di molti altri Paesi Europei. “Forse anche per questo – riflette il quotidiano- molte famiglie italiane hanno rinunciato a fare domandaal di là delle reali motivazioni di questa scelta, non è un bel risultato per un assegno che dovrebbe servire a risollevare il Paese dalla crisi demografica che lo sta condannando all’estinzione”.