Gabicce 2015. Arnoletti (Cifa): “L’opposizione quantità-qualità? Solo un alibi. Da anni non si fa più nulla per promuovere l’adozione internazionale: occorre tornare a fare rete”

arnolettiNessun dualismo tra quantità e qualità nel mondo delle adozioni internazionali. Anzi, chi realizza tante adozioni si specializza sempre di più nel settore e finisce per migliorarne anche la qualità, come in una sorta di circolo virtuoso. Lo assicura Gianfranco Arnoletti, presidente di Cifa for Children, uno dei principali enti autorizzati italiani. Sarà anche lui presente – insieme ai rappresentanti di altri enti, istituzioni e associazioni familiari – al convegno “Adozione internazionale in cerca di futuro. La scelta politica dell’accoglienza”, in programma a Gabicce Mare, in provincia di Pesaro e Urbino, il 26 e 27 agosto. L’evento, promosso e organizzato da Amici dei Bambini, vuole essere un’occasione di incontro e di confronto fra i rappresentanti dei diversi attori di un mondo complesso e sempre più in crisi come quello dell’adozione internazionale. Una voce importante in questo senso sarà proprio quella di Arnoletti, che di bambini accolti da famiglie italiane ne ha visti a migliaia. E assicura: “Spiegare la scarsa quantità delle adozioni con la ricerca della qualità è solo una giustificazione per chi non riesce a fare le cose bene. Se si vuole seguire scrupolosamente le procedure e lavorare con qualità – afferma Arnoletti -, lo si può fare sempre, sia che si realizzi un’adozione sia che se ne facciano 100. Tra l’altro, proprio gli enti più grandi sono quelli chiamati a prestare una maggiore attenzione a tutti gli aspetti degli iter che seguono”.

Il fantomatico dualismo quantità/qualità, per il numero uno di Cifa, sarebbe quindi solo un alibi. Figlio di un sistema, quello italiano, troppo frammentato. La frammentazione – spiega Arnoletti – è purtroppo una costante del nostro Paese, dal mondo della politica a quello dell’adozione internazionale. Solo da noi ci sono più di 60 enti autorizzati, tra cui alcuni fanno magari non più di 5 adozioni all’anno”.

Come superare quindi l’attuale crisi del settore, che vede da qualche anno un numero sempre inferiore di famiglie disposte ad aprirsi all’adozione e, di conseguenza, un crollo dei minori adottati? In questo Arnoletti è drastico: “Bisognerebbe ricominciare dal principio! Sedersi di nuovo tutti attorno a un tavolo e fare rete, dimostrare che l’adozione internazionale interessa e che si vuole recuperare la credibilità che l’Italia aveva all’estero in questo settore”. Ben venga quindi un’occasione come il convegno di Gabicce: “E’ un modo per far vedere che c’è ancora qualcuno che crede nell’adozione internazionale. Spero che abbia la giusta eco”, si augura il presidente di Cifa.

Ma che cosa è mancato negli ultimi tempi, tanto da far imboccare all’adozione la via di un declino così rapido? “Da qualche anno non si fa più nulla per promuovere l’adozione internazionale – ricorda Arnoletti -. Gli enti se ne stanno in trincea, si diffondono convinzioni errate come quella secondo cui i minori adottabili sarebbero sempre meno e la politica se ne disinteressa. L’appello più forte quindi è a Governo e Parlamento. “Non sento mai un ministro che dica qualcosa in proposito. E neanche l’opposizione: non chiama mai in causa l’argomento adozioni. Forse le famiglie adottive, poche migliaia all’anno, non sono viste come un grande bacino elettorale, ma prima di un discorso di voti bisognerebbe fare un discorso etico.

Anche perché, se per costruire – e ancora più per ricostruire – qualcosa, occorre un impegno enorme, per distruggerla non ci vuole nulla. “In un mondo intriso di comunicazione – spiega Arnoletti – per annullare qualcosa basta non parlarne. È la sorte a cui in questi anni è andata incontro l’adozione internazionale”.