Genitore adottivo denuncia il Comune: “Mio figlio non può fare la carta di identità “

burocrazia2La burocrazia non ha cuore. E per colpa di grovigli inestricabili di carte, un bambino adottato dell’Est sarà un fantasma per 6 mesi. Il piccolo, che chiameremo Matteo (nome di fantasia), pensava finalmente che arrivato in Italia la sua vita sarebbe stata più semplice o per lo meno più spensierata. In fondo è un bambino e dovrebbe pensare solo a ricevere l’amore di quei genitori che lo hanno cercato e voluto, giocare e andare a scuola dove conoscere i suoi nuovi amici. E invece non può viaggiare, né iscriversi a scuola, né avere assistenza sanitaria. Questo perché le lungaggini degli uffici e i quintali di carte stanno di fatto bloccando la sua “rinascita”. A poco serve il suo  continuare a dire “Io italiano. Io italiano” davanti all’impiegato dell’ufficio comunale dove si era recato con il suo papà adottivo proprio per fare la sua nuova carta d’identità. Matteo è arrivato in Italia nel maggio scorso dopo anni di battaglie dell’ uomo e di sua moglie per avere un bambino. Ma tutto si blocca in Comune (Rapallo) dove la carta d’ identità il piccolo Matteo non l ‘ ha ottenuta. Perché per l’Amministrazione risulta ancora cittadino polacco. Questo perché la pratica del bambino, al Tribunale dei Minori , non è ancora stata sbrigata : serviranno da tre a sei mesi . E così il piccolo, per la burocrazia, non risulta essere figlio del suo papà adottivo , ma convivente. E intanto senza la carta d’ identità il piccolo non potrà farsi un viaggio con i suoi genitori, né iscriversi a scuola, né se si ammala avere la copertura sanitaria. “La cosa incredibile è che – racconta il papà -, in questa vicenda, agli atti è come se avessi portato illegalmente mio figlio in Italia, visto che non risulta ancora in nessuna carta che è mio figlio a tutti gli effetti. Ho subito contattato gli organi preposti e il Tribunale dei Minori. Ma la rabbia rimane, anzi aumenta”. Quella dei genitori di Matteo è simile a quella di tante altre coppie. “Proprio quando sembravano voler gettare la spugna – ricorda -, grazie soprattutto dopo tante difficoltà, è arrivato finalmente Matteo”. Ma ancora non è ‘realtà’ a tutti gli effetti. O almeno non per lo Stato.

 

Fonte : (Il Secolo XIX- Levante)