Ghana: esistono veramente le streghe? Il pollo morto ha detto “si !”

ghana_stregheQuando è morto mio marito, la sua famiglia ha cominciato a diffondere la voce che a mandarlo all’altro mondo ero stata io, con la mia potenza malefica. Ho passato periodi d’inferno. Nessuno mi parlava più, la gente mi evitava, la mia stessa famiglia mi teneva alla larga. Tutti avevano paura di me. Arrivata qui sono stata giudicata innocente. Però io sono voluta restare, non ci torno da quelli. Mi fanno paura“.

A dare questa sconvolgente testimonianza è Fanla, una delle tante donne ghanesi accusate di stregoneria dalla famiglia, e costrette a sopravvivere nella più umiliante delle dipendenze, quella di chi pur avendo di che campare, è costretto ad affidarsi alla solidarietà e al sostegno altrui. Fanla vive in uno dei 6 ghetti dove le cosiddette “streghe” vengono isolate da tutta la comunità e dove restano per decenni, fino alla fine dei loro giorni, colpevolizzate delle peggiori sciagure.

Gnani, Gambaga, Kukuo, Bonyase, Nabuli e Kpatinga sono i nomi dei villaggi ghanesi in cui vivono un totale di 567 persone (in prevalenza donne) e dove tradizioni e convincimenti millenari sulla magia nera emergono in modo preponderante, nutrendosi nell’ignoranza e nella povertà, e stridendo profondamente con i segnali positivi di un Paese definito “la perla nera” dell’Africa occidentale che vanta tassi di crescita economica a due cifre, il più alto livello di scolarizzazione dell’area (quasi l’85 per cento della popolazione), numerose e prestigiose università, ricchezze naturali, come oro, cacao, diamanti, bauxite, manganese, e di recente persino il petrolio.

Pensiamo che i flussi malefici possano attraversare alcune persone e scagliarsi contro il mondo circostante, provocando anche disastri. Il problema è stabilire se queste accuse di stregoneria sono accuse strumentali, oppure se hanno un qualche fondamento. Questo è l’incarico che spetta al capo villaggio“. A dirlo è Al Assan Shei, eletto capo della comunità Tamale per diritto ereditario, che ha il compito di verificare se una donna sia o meno una strega attraverso la “prova del pollo”, che consiste nell’ammazzare l’animale e vedere in che direzione cada il suo collo: se cade in avanti, la persona viene considerata strega o stregone, e quindi isolata nei ghetti.

Non si pensi però che questo fenomeno sia diffuso solo nei villaggi lontani dalla città, anzi:coinvolge anche strati insospettabile della ancora acerba borghesia ghanese, dei professionisti, persino del ceto accademico. Si racconta di fior di studiosi, che vantano credenziali prestigiose e master universitari ottenuti in Europa o negli Usa, arroccati nella loro convinzione dell’esistenza di forze occulte e sortilegi dai quali occorre difendersi. C’è chi giura, tra persone altrimenti serie e affidabili, di aver visto “streghe volare o correre da una parte all’altra di una stanza, a testa in giù“. Ad affermarlo è uno stimato professore universitario di Storia.

In Ghana, purtroppo, dilaga il timore della magia nera. E a farne le spese sono, come spesso accade, le donne.

Fonte: Repubblica.it