Giappone: 29 mila minori abbandonati e solo 300 adozioni

japanese childokPer questioni giuridiche e culturali la situazione sulle adozioni in Giappone è drammatica. Nel Paese del Sol Levante migliaia di minori sono costretti a vivere in istituti, mentre le istituzioni fanno poco per affidarli alle cure di due genitori che li possano crescere con amore.

Una ricerca del Ministero della Salute e del Welfare mostra che sono più di 29.000 i bambini ospitati in orfanotrofio e circa 7000 le coppie che hanno fatto domanda di adozione. Nonostante questi dati, tra il 2006 e il 2010 solo poco più di 300 piccoli sono stati adottati.

Oltre l’83 % dei bambini di età inferiore ai 18 anni, accolti negli istituti giapponesi, sono stati sottratti alla famiglia di origine a causa di grave trascuratezza o abusi. In molti casi, quindi, non si tratta di orfani, ma di situazioni difficili e insanabili che rendono spesso impossibile un successivo reintegro del minore nella famiglia d’origine.

La difficoltà dell’adozione deriva dal fatto che il genitore naturale continua a rimanere tutore legale del piccolo. A lui spetta l’ultima parola sulla possibilità di affidare il figlio alle cure di una nuova famiglia, una possibilità che, per ragioni culturali, raramente viene concessa.

Ma la vita in orfanotrofio non è certo semplice, il 45% dei bambini, all’interno degli istituti, è spesso trascurato o maltrattato e le prospettive di una esistenza serena e felice sono ridotte al minimo.

Ai pochi bimbi disponibili si aggiungono anche le lungaggini burocratiche e tempi di attesa infiniti. Sono pochi i genitori capaci di coronare il proprio sogno di accoglienza, ma qualcuno ci riesce: un barlume di speranza affinché il Giappone faccia di più per i piccoli abbandonati.

E non solo il Giappone. Un’ultima triste considerazione è che, nonostante le enormi distanze culturali e geografiche, ciò che accomuna la realtà giapponese con quella italiana è proprio il dato sui bambini fuori famiglia: anche nel nostro Paese continuano ad essere quasi 30.000. Un numero gigantesco che dovrebbe far riflettere.

Fonte:  japantimes.co.jp