Giornata Internazionale della Famiglia. Non servono legami di sangue per essere genitori

Un figlio adottato, uno in affido, un neonato ospitato per un mese: nel giorno che celebra la famiglia, la storia di una coppia che ha costruito la propria sul dono e sull’accoglienza

Giorgia e Simone si sono incontrati da giovani, tra le fila degli scout del Cuneese, dove hanno imparato il valore del servizio, dell’ascolto e dell’accoglienza.
Una volta diventati coppia, hanno scelto di trasformare questi valori in un progetto di vita: diventare una famiglia affidataria, ancor prima di sposarsi. Una scelta controcorrente, mossa da una consapevolezza profonda: la genitorialità non è solo biologica, ma soprattutto un dono che si fa.

Un affido che si trasforma in adozione

Nel 2017 si sposano, già preparati e motivati all’affido. Dopo essersi trasferiti a Varese per lavoro – lei ricercatrice, lui operatore sanitario – incontrano una rete di servizi sociali pronta ad accogliere il loro entusiasmo. La vita, però, li sorprende: desideravano accogliere ragazzi più grandi, ma la prima proposta riguarda un bambino di appena un anno e mezzo. Marco entra nelle loro vite con delicatezza e bisogno. Cinque anni dopo, quell’affido si trasforma in adozione. Un atto d’amore pieno, costruito giorno dopo giorno.

Diventare una famiglia ponte

Nel frattempo, diventano anche famiglia ponte, accogliendo temporaneamente un neonato, poi accompagnato verso la sua famiglia adottiva. A marzo dello scorso anno, arriva Kevin, due anni e tre mesi. Un nuovo affido, con una sfida diversa: i genitori biologici sono ancora presenti e partecipano al percorso. Una relazione a quattro, fatta di rispetto, presenza e collaborazione. Marco, oggi più grande, accoglie Kevin con entusiasmo e tenerezza: per Natale vuole che anche Babbo Natale sappia che in casa ora sono in due.

Aprirsi all’affido

Oggi Giorgia e Simone raccontano con sincerità cosa significhi aprirsi all’affido: ” Cosa ci sentiamo di dire a un’altra coppia che medita di aprirsi all’affido? Che l’accoglienza è un servizio impegnativo che non è obbligatoriamente nelle corde di tutte le persone. Per qualcuno potrebbe non essere semplice. Certo, nel momento in cui c’è la forza della coppia e la consapevolezza che lo sforzo viene fatto per il bene del bambino e di una famiglia fragile, alla fine le risorse interiori si trovano”.
L’affido ha fatto crescere anche loro: “Aprirsi all’affido vuol dire costruire una famiglia più ampia e con qualche responsabilità in più rispetto a un nucleo familiare tradizionale. Ma è una bella sfida, ne vale la pena”.

[Fonte: Avvenire]

Informazioni e richieste sull’affido familiare

Raccontare la storia di Giorgia e Simone è un modo per celebrare la Giornata Internazionale della Famiglia, istituita dall’ONU nel 1993. Lo è perché la loro storia non solo è straordinaria di per sé, ma lo è a maggior ragione se si pensa a quanta fatica si faccia, oggi, a trovare coppie e single disponibili all’affido. Anche in questo campo, i bambini che avrebbero bisogno di una famiglia sono molti di più delle famiglie pronte ad accoglierli, con la conseguenza che, magari per anni, questi minori rimangono in comunità. Comunità che fanno di tutto per non far mancare niente ai bambini e per costruire attorno a loro un cammino che guardi al futuro, ma che mai, pur con tutt la buona volontà del mondo, potranno sostituire l’affetto, la cura e l’accoglienza che solo una famiglia “vera” può dare.
Per questo, oggi più che mai, rinnoviamo l’appello a chiunque volesse approfondire la conoscenza dell’affido familiare e riflettere sulla propria disponibilità a intraprendere questo percorso, di partecipare agli incontri organizzati da Ai.Bi. Amici ei Bambini Tutte le informazioni si trovano alla pagina dedicata del sito dell’Associazione.