Giovanardi: “Ecco come era la ‘mia’ CAI quando funzionava al servizio delle famiglie e con la collaborazione degli enti”

giovanardi1Riunioni periodiche, missioni internazionali, verifiche severe sugli addetti ai lavori, tavoli di confronto con gli enti autorizzati. Questa era una volta la Commissione Adozioni Internazionali. Non stiamo parlando di ere geologiche fa, ma del triennio 2008-2011. Quando al vertice della Cai c’era l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi. Presidente di una Commissione che funzionava, a differenza di quella totalmente paralizzata che “governa” – si fa per dire – il sistema delle adozioni internazionali dal 2014.

È stato lo stesso Giovanardi a ricordare quanto fatto dall’Autorità Centrale italiana nei 3 anni della sua presidenza. Lo ha fatto durante la conferenza stampa sulle inefficienze dell’attuale Cai, svoltasi a Roma giovedì 8 febbraio nella sala Nassirya del Senato.

Tra il 2008 e il 2011 la Commissione si è riunita ben 33 volte per approvare o ratificare collegialmente i vari punti all’ordine del giorno e ogni anno si è svolta almeno una riunione plenaria con gli enti autorizzati. Da presidente della Cai, Giovanardi ha partecipato a missioni internazionali in Russia, in Cambogia e in Burkina Faso, dove ha organizzato la conferenza sulle adozioni con i Paesi dell’Africa occidentale. Nel frattempo, ha ricordato il senatore di Idea, in Italia sono stati organizzati gli incontri fra la Cai, le famiglie adottanti, i bambini adottati e i responsabili delle autorità sulle adozioni di Russia, Congo e Guatemala. “Ogni missione all’estero della Cai e ogni visita delle delegazioni straniere – ha sottolineato il senatore di Idea – vedeva la preparazione di un apposito tavolo  di confronto con gli enti. E di tavoli se ne organizzavano sui più svariati aspetti legati all’adozione internazionale: Paesi, costi, procedure, progetti di cooperazione. Per un totale di circa 400 delibere approvate o ratificate collegialmente.

Anche le verifiche sugli enti sono state sempre puntuali e, se necessario, severe. Quattro enti sono stati chiusi per irregolarità e due per rinuncia – ha ricordato Giovanardi -, ad altri è stata revocata l’autorizzazione a operare in determinati Paesi, sempre dopo una rigorosa istruttoria, il rispetto del principio del contraddittorio tra le parti e la decisione finale assunta dalla Commissione nella sua collegialità, sentiti anche i commissari degli Esteri, della Giustizia, dell’Economia e delle altre amministrazioni competenti”.
La Cai di oggi, invece, è quella descritta dallo stesso Giovanardi sempre in conferenza stampa. “All’insegna dell’illegalità – ha detto il senatore -: dove controllore e controllato, presidente e vicepresidente, si identificano; dove la vicepresidente non ha i requisiti per ricoprire tale ruolo; una Commissione mai riunitasi; la rottura totale di ogni rapporto costruttivo con gli enti e le famiglie e relazioni con i Paesi esteri ridotti all’osso se non addirittura rovinati del tutto”.