Grecia. «Se non fai la brava, ti vengono a prendere gli zingari»

maria rom 200Da bambini ce lo siamo sentito dire chissà quante volte: «Se non fai il bravo, ti vengono a prendere gli zingari».  Ma ogni volta negli occhi di papà e mamma, riuscivamo a trovare sicurezze sufficienti a respingere le paure nel fondo e star tranquilli. In fondo sapevamo che quelle frasi arrivavano sempre dopo qualche marachella, che faceva perder la pazienza agli adulti.

Quella che per noi era una innocua minaccia è stata purtroppo la realtà per una bimba che adesso ha sei anni. Non si sa quando, né dove ma con ogni probabilità la bimba è stata rapita da una coppia.

La “trovatella”. Così viene soprannominata la piccola Maria, con il suo caschetto biondo e i tratti scandinavi, in un video girato all’interno di un campo rom in Grecia. La bimba, di circa sei anni, è stata ritrovata dalle autorità elleniche lo scorso 15 ottobre. L’esame del Dna ha confermato quello che era sotto gli occhi di tutti: la bimba non ha legami di sangue con la coppia di adulti con i quali viveva.

Il caso riapre la discussione sulla tratta dei bambini. Il procuratore della Corte Suprema greca ha ordinato un’indagine di emergenza per capire l’entità del fenomeno nel Paese ellenico, dove soprattutto nell’ultimo decennio è cresciuta una vera e propria industria delle adozioni illegali e del traffico dei minori, come documentato anche dal  reportage “Il traffico di bambini che vive in Grecia” pubblicato dal New York Times nel 2006.

Ma chi gestisce questo traffico? In Grecia, molti aspiranti genitori scelgono di non seguire gli iter legali, scoraggiati da tempi di attesa che possono raggiunge i cinque anni: il doppio esatto della media europea. Intervistato dalla Bbc il coordinatore greco dell’Unicef ​​in Grecia ha sostenuto che ad oggi 3mila bambini sono stati trasportati in Grecia illegalmente dai trafficanti. Provengono principalmente da Bulgaria, Romania e altri paesi dell’area balcanica.

Nella Repubblica ellenica la maggior parte delle adozioni viene gestita privatamente. Dei circa 500 bambini adottati complessivamente ogni anno (almeno stando ai numeri ufficiali) solo un quinto viene seguito dalle istituzioni. Gli altri optano per scorciatoie che sono veri e propri canali di marketing internazionale per neonati. Un elenco dettagliato di alcuni casi off limits campeggia sulla stampa ellenica. Come il caso di Stovanka Stoyanova, da Sliven in Bulgaria, che ha dato alla luce suo figlio in un ospedale greco. Dopo 40 giorni ecco fare capolino l’intermediario per l’adozione, con i futuri genitori che hanno versato al procacciatore mille euro, di cui il 50% in tasca della madre, che in verità chiedeva solo il biglietto dell’autobus per fare ritorno in Bulgaria. Ma la povertà e la disperazione di donne, per lo più dell’est, fa le fortune della criminalità organizzata, che da tempo ha fiutato il business.

In molte cliniche della Grecia si svolge una specie di ‘mercato del neonato’, nel quale sono coinvolti molti professionisti. Non solo madri in difficoltà, ma avvocati, ginecologi, inservienti che hanno strutturato una serie di partnership con gli intermediari e foraggiano le adozioni a pagamento. Il caso della piccola Maria ha per lo meno avuto il merito di fa ripartire con nuovo slancio le ricerche targate Interpol relative ai bimbi scomparsi in Grecia, con archivi aggiornati che parlano di 610 bambini spariti nel nulla.

Intanto uno degli uomini che ha condotto il blitz nel campo rom della cittadina di Farsala, rivela a un quotidiano locale i dettagli di quella ricerca. Maria non era nella lista dei bimbi scomparsi e ricercati dall’Interpol. I poliziotti l’hanno trovata tra coperte sudice e immondizia. I capelli biondissimi hanno catturato la loro attenzione e così hanno iniziato a far domande alla donna che dichiarava di essere la madre della piccola. E che ha giustificato il caschetto biondo sostenendo che Maria si era tinta i capelli per gioco. Giustificazione a cui evidentemente gli investigatori non hanno creduto. Il fatto che la piccola non figuri tra i bambini scomparsi, ha detto il portavoce della polizia greca parlando alla tv privata Skai, induce gli inquirenti a ritenere che Maria sia finita nel campo rom in seguito ad un’operazione di polizia condotta per stroncare un traffico di minori provenienti dalla vicina Bulgaria che si protraeva dal 2008. In altre parole, le forze dell’ordine avrebbero sgominato la banda che trafficava i bambini, prima che Maria potesse raggiungere la coppia “acquirente” alla quale era destinata. Dopo il loro fermo, i due coniugi rom nella cui casa Maria è stata trovata (e che sono stati incriminati per rapimento di minore), hanno dichiarato che la bambina è stata lasciata loro in affidamento da una coppia di rom bulgari che adesso è ricercata.