Griffini (Ai.Bi.) a Libero: “Alcune ONG straniere stanno trasformando la solidarietà in un prodotto”

Il presidente di Amici dei Bambini: “Stiamo lavorando a un codice etico per la raccolta fondi. Non si può più rinviare la definizione di regole chiare per tutti, anche per le multinazionali della solidarietà” 

Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, continua la sua battaglia. In un’intervista con Tiziana Lapelosa di Libero, Griffini ha nuovamente sottolineato il negativo impatto di immagine per il Terzo Settore derivante dal comportamento poco trasparenti di alcune ONG straniere in Italia. Comportamento che danneggia tutti gli altri.

Gli altri chi? Semplice, si tratta delle ONG italiane, “Quelle – si legge nell’articolo di Liberoche non hanno nulla a che vedere con le ‘multinazionali della solidarietà’, che non utilizzano la ‘pornografia del dolore’ (avete presente le pubblicità strappalacrime ad ore improbabili con i volti dei bimbi dilaniati dalla fame, che vengono strumentalizzati per raccogliere soldi?) per rimpinguare le casse, che non spendono e spandono in stipendi con i soldi delle donazioni destinati ai poverelli, che fanno carità ‘ma con la C maiuscola’. Organizzazioni che hanno fatto del volontariato parte della propria esistenza, senza per questo attingere dai fondi ai quali i donatori versano le proprie speranze per migliorare il mondo e che ora più che mai si sentono vessate dalle ONG straniere, che arrivano, prendono, se ne vanno, fanno quello che vogliono”.

“Ma perché? E perché – ha detto Griffini a Libero a proposito di queste ultime – spendono i soldi dei donatori per investire in pubblicità? La solidarietà è ben altro”. E ancora, sempre sulle “multinazionali della solidarietà”: Hanno trasformato il sostegno (a distanza, nda) in un ‘detersivo’, più si investe più si portano a casa fondi. La solidarietà è un prodotto. Per non parlare degli stipendi assurdi. Chi lavora col non profit non dovrebbe guadagnare come se fosse in una impresa profit. Lavorare in una ONG dovrebbe essere una scelta di vita”. 

Quando in Italia non c’erano queste realtà, spiega Griffini, “le ONG italiane erano ‘coccolate’ dai media, che mettevano a disposizione spazi gratuiti, poi sono arrivate loro”. E tutto è cambiato, anche in virtù delle enormi cifre spese. Ecco perché, spiega ancora il numero uno di Ai.Bi.:“ Stiamo lavorando ad un codice etico, non si può più rinviare la definizione di regole chiare per stabilire quali siano i requisiti per operare nel mondo della solidarietà”.

Quali regole? Lo ha spiegato sempre Griffini, nei giorni scorsi: “L’assenza di un compenso al presidente e ai membri del Consiglio direttivo, tutti devono essere volontari; l’impossibilità per chi fa raccolta fondi a fini di solidarietà di retribuire i propri dirigenti e dipendenti con stipendi equivalenti a quelli del settore profit, con l’obbligo di pubblicare sui propri siti i vari livelli retributivi (come invece fa Ai.Bi. – Amici dei Bambini); il divieto assoluto di acquisire spazi pubblicitari a pagamento per la raccolta fondi; il divieto assoluto di fare ricorso alla ‘pornografia del dolore’ per attività di comunicazione”. Oltre, aggiunge ancora Griffini al divieto di ” far transitare soldi raccolti in Italia alle ‘case madri’ estere, con l’obbligo di inviarli direttamente nei Paesi di destinazione”.