I dolori dell’adozione sono come quelli del parto. Spariscono appena vedi tuo figlio

famiglieColloqui, selezioni, pratiche burocratiche, attese interminabili, speranze che si accendono e spengono nell’arco di poche ore, stop inaspettati, rinvii: sono le “montagne russe” dell’adozione, gli alti e i bassi, i su e i giù continui, che mettono a dura prova la disponibilità e l’equilibrio di tante coppie che desiderano accogliere un bambino. Ma al Libro Bianco di Amici dei Bambini non arrivano solo denunce e racconti di fatiche o scontri con i Tribunali. A volte ci scrive semplicemente chi è felice, ce l’ha fatta e vuole raccontare non quanto è stato difficile raggiungere il traguardo, ma l’emozione di averlo raggiunto e di aver finalmente incontrato il proprio figlio.

Come in queste lettere.

 

“Mia nonna diceva che i dolori del parto non toccano la memoria, si dimenticano quando il figlio nasce. Con l’adozione è un po’ lo stesso. Sono stati non nove mesi, ma ben tre anni durissimi. Avevamo ormai perso le speranze… Ma quando ho guardato Luis negli occhi, ho capito che poteva essere solo lui e che era valsa la pena di aspettarlo tanto. E’ come se quel suo sguardo avesse cancellato tutto il resto”.

 

“Ci piacerebbe intitolare questa lettera La storia più bella, e non è semplice raccontare in poche righe quello che si sente nel cuore… L’incontro con nostro figlio è stata l’emozione più grande della nostra vita. Quanta felicità ci è stata donata, dopo un percorso tanto lungo e difficile, pieno di carte, certificati, foto timbri e quant’altro! Ma ne è valsa la pena. Quando lui ci ha scelti e ha dimostrato di voler stare con noi, siamo stati ricompensati con il centuplo! Ora non potremmo pensare ad una vita senza di lui, sembra che sia sempre stato parte della nostra famiglia. Il cuore si riempie di gratitudine, per il mistero di questo amore che sboccia così gratuitamente. Perché in realtà, tu credi di dare a lui, ma è lui che dà a te. Ringraziamo ogni giorno Dio per averci voluto regalare un figlio così”.

 

“Siamo una coppia adottiva della Russia. La nostra storia è bella e vogliamo dire che tutti i bimbi devono avere una loro famiglia, possibilmente subito, quando sono ancora piccoli. Non devono aspettare troppo… Vogliono le nostre carezze, i nostri baci, le nostre correzioni, il nostro cibo, vogliono che raccontiamo loro una storia prima di dormire, vogliono giocare, vogliono essere sempre con noi. Aiutateli a raggiungere subito le loro famiglie, non fateli aspettare… è troppo bello stare insieme”.

 

“Nostra figlia è arrivata a 7 anni dall’Africa e ora è un’adolescente meravigliosa! Siamo stati molto fortunati, ma anche testardi: se avessimo dato peso al “terrorismo psicologico” dei servizi sociali, alle frustrazioni per gli inutili ritardi burocratici (ci sono voluti 2 anni per riuscire ad avere il decreto!), forse non saremmo qui a rallegrarci. E, per fortuna, l’unico vero stop che abbiamo ricevuto è stato quello dello psicologo supponente di un ente, che ci aveva valutato negativamente, in base a suoi pregiudizi e a parametri del tutto personali. Non ci siamo dati per vinti, abbiamo cambiato ente, abbiamo perso altri 2 anni, ma poi nostra figlia è arrivata! Secondo noi, bisognerebbe lavorare molto di più sulla consapevolezza, sulla cultura dell’accoglienza, lasciando perdere la selezione che fa sprecare energie preziose”.