I profughi in fuga dall’Italia

Profughi-ItaliaLa maggior parte dei rifugiati che arriva nel nostro Paese vuole dirigersi verso il Nord Europa. Considerano, infatti, l’Italia come solo una tappa di passaggio del loro viaggio verso una nuova vita. Fa il punto della situazione Andrea Mollica in questo articolo pubblicato su giornalettismo.it l’8 gennaio 2015.

La maggior parte dei profughi arrivati in Italia durante gli ultimi mesi non vuole rimanere nel nostro Paese. I rifugiati, in prevalenza siriani, che scappano dalle guerre del Medio Oriente considerano l’Italia come solo una tappa di passaggio del loro viaggio verso una nuova vita. Una preferenza per il Nord Europa sfruttata dalle autorità italiane, che come rimproverano gli altri governi europei non registrano molti profughi per poterli farli circolare negli altri Paesi UE senza infrangere la Convenzione di Dublino.

I PROFUGHI E L’ITALIA – I profughi sono aumentati in modo significativo a livello mondiale. Un fenomeno che interessa in modo particolare il nostro Paese, visto che la gran parte dei rifugiati scappa dalle guerre che si svolgono nell’area del Mediterraneo. Dalla Siria, sopratutto, ma anche da altre Nazioni quali la Libia scappano centinaia di migliaia di persone, che spesso transitano in Italia per cercare di costruirsi un’altra vita. Nel nostro Paese, secondo le ultime statistiche, sono arrivati oltre 170 mila profughi dalla fine del 2013,ma secondo l’agenzia dei rifugiati dell’Onu, Unhcr, solo una piccola minoranza di queste persone è rimasta in Italia. Più della metà dei profughi siriani, rimarca Unhcr, si è diretta verso la Germania e la Svezia, le mete preferite all’interno del Nord Europa. La parte settentrionale del Vecchio Continente è l’area preferita di arrivo dei rifugiati, visto che in questi Paesi i profughi possono trovare condizioni e prospettive migliori rispetto all’Italia.

I PROFUGHI E LA FUGA DALL’ITALIA – Come rimarca un articolo del quotidiano svizzero TagesAnzeiger, i rifugiati sbarcati in Italia non fanno richiesta d’asilo per rimanere all’interno del nostro Paese in primo luogo per le cattive condizioni economiche. Oltre a questa motivazione, i profughi preferiscono non affrontare i tempi lunghi della burocrazia italiana. Per poter inoltrare una richiesta d’asilo servono diversi mesi, e ciò scoraggia i rifugiati, come rileva un rapporto di un’autorità svizzera. Nonostante i numeri ingenti degli sbarchi, la maggior parte degli stranieri che arriva in Italia va via dal nostro Paese, con la compiacenza delle nostre autorità. Diversi governi rimproverano infatti all’Italia di non registrare tutti coloro che arrivano dall’estero all’interno dei nostri confini, per poterli farli circolare verso gli altri Paesi Ue senza infrangere il diritto comunitario. La Convenzione di Dublino prevede infatti che la Nazione che accoglie per prima il rifugiato sia l’unica a potergli concedere il diritto d’asilo. Per fare questo passaggio serve però una registrazione ufficiale, che l’Italia eviterebbe al fine di non fermare il viaggio dei rifugiati verso il Nord Europa.

I PROFUGHI DI GALLIPOLI E CORIGLIANO – Il transito dei profughi siriani dall’Italia verso il Nord Europa è confermato, secondo TagesAnzeiger, anche dagli ultimi sbarchi avvenuti a inizio 2015 a Gallipoli e Corigliano. Mille persone sono arrivate via mare in queste due città della Puglia e della Calabria nei primi giorni del nuovo anno, ma dopo pochi giorni nelle strutture provvisorie che li hanno accolti non c’è più quasi nessuna persona in cerca di asilo. Il quotidiano elvetico riprende le testimonianze raccolte da diversi media italiani, che indicano come i profughi si siano diretti verso la stazione Centrale di Milano, il luogo da cui partono per poi andare verso l’estero. I rifugiati in questo modo scompaiono dai radar delle autorità del nostro Paese, per poi riapparire all’interno di altri Paesi europei, in primis del Nord. Unhcr ha raccolto diverse testimonianze a Corigliano, che confermano come i rifugiati considerino l’Italia solo come una tappa transitoria del loro viaggio. Nel rapporto dell’agenzia Onu sono citati uno studente siriano, Bashar, e un altro profugo di Aleppo, Mohammed, che rimarcano di non volersi fermare in Italia, ma di proseguire verso il Belgio, la Danimarca oppure la Germania