Idoneità alla Adozione Internazionale: ma è vero che è un “tribunale dell’inquisizione”?

Cara Ai.Bi.,

siamo una famiglia con due figli e, con l’Adozione Internazionale, vorremmo mettere a disposizione la nostra famiglia a un bambino che non c’è l’ha. Abbiamo disponibilità, spazio, amore da dare e vorremmo far capire che adottare un bambino non deve essere qualcosa riservato soltanto alle coppie che non hanno figli. Siamo consapevoli delle eventuali difficoltà
di inserimento ma siamo anche altrettanto convinti di poter essere una risorsa.

Abbiamo parlato con diverse coppie che hanno iniziato il cammino dell’Adozione Internazionale e che sinceramente ci hanno spaventato. L’incontro con i servizi, i colloqui affrontati per ottenere l’idoneità sono stati riportati come un tribunale di inquisizione. Perché tutto questo? Adottare non è una cosa meravigliosa pur nella sua complessità?

Grazie per la risposta.

Adele e Pietro

Carissimi,

complimenti prima di tutto per la vostra volontà di voler allargare la famiglia offrendo amore ad un bambino abbandonato con l’Adozione Internazionale.

Per fortuna non tutti gli operatori dei servizi hanno un atteggiamento inquisitorio. È’ pur vero che spesso chi vuole adottare e che attende di ottenere l’idoneità si sente sotto inquisizione come se stesse perpetrando chissà quale misfatto. Purtroppo oggi la cultura dell’accoglienza sta diminuendo e soprattutto sono notevolmente calate le coppie che credono nell’adozione in generale e in particolare nell’Adozione Internazionale. Anche la politica l’ha relegata in un angolo. A chi interessa? Solo a quei pochi che ci credono.

Che dirvi? Non lasciatevi spaventare, andate avanti, se davvero siete determinati proseguite il vostro cammino con fiducia e speranza. Un bambino potrebbe avere bisogno di voi e della vostra famiglia: continuate a pensare di essere una risorsa.

Un caro abbraccio.

Irene Bertuzzi

Ufficio Adozioni Internazionali – Ai.Bi. – Amici dei Bambini