Idoneità per l’ Adozioni internazionali. Vanna Iori (PD): «Passare dai tribunali è una situazione umiliante»

Iori-Vanna 350La professoressa Vanna Iori, docente di Pedagogia generale e sociale all’ Università Cattolica, è alla sua prima legislatura alla Camera dei deputati. Di recente il suo partito, il PD, l’ha nominata referente nazionale per le politiche su infanzia e adolescenza. La redazione di Aibinews l’ha intervistata sui temi cari ad Amici dei Bambini. »

Professoressa, nei giorni scorsi Lei ha lanciato l’Agenda Infanzia, una sorta di piano strutturale che possa avvicinare il nostro Paese agli standard europei. Quali sono le sue priorità? 

I primi temi che vorrei affrontare sono quelli della violenza assistita, altrettanto dannosa di quella subìta. Poi la pedopornografia online, fenomeno in enorme aumento. Terzo argomento, ritengo che serva un riordino complessivo della giustizia minorile. Materia che mi vede già prima firmataria di una modifica di legge. Ad ogni modo da questo momento tutto quello che porterò avanti saranno i risultati dei tavoli di lavoro.

Tra i tavoli che sono stati annunciati durante l’incontro di presentazione dell’Agenda Infanzia, non è stato indicato un tavolo specifico per i minori fuori famiglia. Non ritiene che sia una priorità per il Governo? 

Tutt’altro. Quell’incontro è stato più che altro un’occasione di ascolto delle tante associazioni che sono impegnate con diverse prospettive e sensibilità nel settore dell’infanzia. Io mi auguro che l’affido sia sempre più familiare. E su questo voglio impegnarmi anche in qualità di componente della commissione bicamerale, ben sapendo che non si sa quanto durerà questo governo, quando recepirà queste tematiche e dentro questo non si sa quanto spazio potranno avere argomenti come l’affido.

Qual è la sua posizione rispetto alle comunità educative?

Beh, sono realtà che conosco benissimo. Di recente ho preso le distanze dalle dichiarazioni della Brambilla.  La presidente della Commissione bicamerale dell’infanzia insinuava che le comunità per minori fossero dei giri di affari dove si lucrava alle spalle dei bambini. Per la mia esperienza professionale, ho fatto tanto lavoro con le famiglie. Ho trovato tante generosità da parte degli operatori, alcuni dedicano davvero la loro vita ai bambini. Io sono per l’inserimento dei bambini in queste strutture educative, e per la qualità di queste realtà che dev’essere innalzata. Bisogna investire di più.

Non ritiene invece che un bambino che vive situazioni difficili in famiglia, possa trovare serenità solo in un’altra famiglia?  

Guardi, ritengo che ogni bambino debba avere una famiglia. E per questo da sempre sostengo l’istituto dell’affido, non solo quello di tipo residenziale. Ma anche tutte le forme di  affido temporaneo. E in particolare quelle modalità di cogenitorialità, che prevedono un affiancamento di una famiglia ad un’altra in difficoltà. La ‘famiglia aiuta famiglia’ prende in affido l’intero nucleo familiare. Sono queste le forme di sostegno che andrebbero incoraggiate.

Ci spieghi meglio la sua idea di accompagnamento alla genitorialità.

Per me è un punto importante: inizia già prima della nascita. Tutti i corsi di preparazione al parto, insegnano la fisiologia del parto, ma poi quando i genitori vanno a casa, non c’è forma di accompagnamento e preparazione al diventare genitori, che è cosa ben più complessa del mettere al mondo. come avviene in tanti paesi europei. Serve un lavoro congiunto tra Asl e servizi sociali per la presenza domiciliare di ostetriche e psicologhe. Diventare genitori è una dimensione irreversibile nella vita di una persona.  Ma accompagnamento alla genitorialità vuol dire anche favorire in tutti i modi il lavoro di parrocchie, quartieri, circoscrizioni per favorire il contatto tra le famiglie. Le relazioni tra famiglie permette la creazioni rete di solidarietà tra adulti e occasioni di gioco spontaneo per i bambini.  Per aiutare seriamente i bambini,  si parta dalle famiglie.

Tra le sue proposte c’è l’istituzione dei Tribunale dei Minorenni e delle relazioni familiari. Qual è l’obiettivo?

Il senso è quello di impedire che siano discrezionali né gli allontanamenti né dove vanno a  finire i ragazzi. Anche se ci sono molti casi in cui- è bene ribadirlo- l’allontanamento dei bambini dalle famiglie d’origine in molti casi è la soluzione migliore. Pensi solo ai casi di violenza e abuso.

Spesso i Tribunali ribaltano relazioni più che positive di psicologi e assistenti sociali e magari negano l’idoneità a coppie che chiedevano solo di poter donare amore a un bambino abbandonato. Lei cosa pensa  in merito?

Ho tanti amici e colleghi che sono passati attraverso  questa situazione umiliante. Sono favorevole all’accompagnamento. Non esiste che sia così discrezionale e personale e un giudizio di un singolo finisca per determinare un percorso che non è mai semplice.

Questo è uno dei punti cardine della proposta di modifica della legge sulle adozioni internazionali, depositata alla Camera e al Senato su iniziativa della nostra associazione.

Non ne sono a conoscenza, ma mi metterò in contatto con i firmatari della stessa. Sono qui per cercare di cambiare le leggi per migliorare la vita dei bambini e delle loro famiglie.