Il Consorzio Erbese precisa: “Servono sostegni per interventi di affido leggero”

famigliaIn poche ore il centralino del Consorzio Erbese è stato preso d’assalto da telefonate di famiglie disponibili a prendere in affido ragazzi in difficoltà. Sono bastate 4 ore nel corso delle quali l’articolo sulle attività del Consorzio è rimasto pubblicato sull’home page del sito di Ai.Bi. , Amici dei Bambini, e sulla pagina Facebook dell’associazione, per scatenare l’interesse  di una dozzina di famiglie sparse tra il Piemonte, Toscana e Sardegna.

Indice questo di una sensibilità al tema dell’affido familiare diffuso lungo tutto lo Stivale. Sensibilità e interesse che evidenzia un paradosso: ci si lamenta che ci sono poche famiglie disponibili all’ affido, eppure appena Ai.Bi. pubblica un appello, le famiglie rispondono.

Anche questa volta, come quando si è rivolto un appello sul sito di Ai.bi (www.aibi.it) alle famiglie italiane ad accogliere Misna, Minori stranieri accompagnati, raccogliendo in tempo record , la disponibilità di oltre 1300 famiglie di tutta Italia. Eppure qui, come nel caso del Consorzio Erbese, si parlava di ragazzi e non di bambini a riprova del fatto che gli italiani hanno un cuore grande e non guardano all’età di chi tende loro una mano alla ricerca di amore e aiuto.

“Bisogna precisare però che dei 398 ragazzi in carico al Consorzio – spiega la direttrice Patrizia Magretti – solo 30 si trovano in strutture d’accoglienza; 16 sono già in affido e gli altri (i rimanenti 350 c.a) sono in capo alla tutela minori del Centro ovvero sono destinatari di interventi di sostegno diurno dei servizi socio educativi del territorio”.

Una distinzione necessaria per chiarire che ogni ragazzo è un caso a se’, ha bisogno di un’assistenza diversa ed è seguito con progetti ad hoc.

Ci sono i casi più delicati “che sono i 30 che si trovano in strutture d’accoglienza – precisa la direttrice Magretti – a differenza degli altri 350 che vivono con le loro famiglie d’origine e che hanno bisogno solo di supporti e aiuti più leggeri nell’ottica di salvaguardare e difendere sempre il legame e il rapporto con i propri genitori”.  Il Consorzio precisa, inoltre, che il numero dei ragazzi in difficoltà “fa riferimento agli ultimi 4 anni: 398 dal 2010 ad oggi di cui 90 solo nel 2013”.

Da qui la consapevolezza del Consorzio dell’importanza di una rete di famiglie che, a seconda della molteplice varietà e tipologia di esigenze dei ragazzi, possa offrire il proprio aiuto e sostegno.

“Ci sarebbero diversi tipi d’affido. Si può parlare anche di un semplice affido dopo scuola – continua Magretti-: magari una famiglia, per diverse problematiche, non riesce a seguire il ragazzo nell’ istruzione fuori dalla scuola e in questo caso intervengono altri genitori in supporto. L’ affido può essere anche solo dei fine settimana, per poche ore e part time. La formula va tarata, insomma, caso per caso e famiglia per famiglia”.

Infine per la presidente del Consorzio “c’ è una problematica legata anche alla prevenzione. E’ su quella che bisogna intervenire maggiormente”. “La nostra intenzione è di implementare l’affido familiare – conclude – per farlo abbiamo chiaramente bisogno di più famiglie che aderiscano. Da qui l’intenzione di stilare un vero e proprio progetto al riguardo che preveda la creazione di un’associazione di famiglie e la promozione della nostra attività”.